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Poesia

Agosto ed il suo calore

Attimi indecisi se entrare in scena o no
le rive del fiume assolate nel caldo tedioso
il pomeriggio latente bivaccava
tra un caffè e l'altro una sigaretta fumava
misera la sorte del premio sottratto
scuse inventate ad hoc a perdifiato
odore di sabbia bagnata

Sulla via di casa

valle3.jpg

Aperta, a ventaglio d’ulivi

la mia valle

aggrappata ai sentieri

segnati da cavalli.

Respira ancora il passo stanco

del fanciullo timido

che sfiorava il cielo

con occhi pensosi.

 

La canzone dei nomadi

allunga l’ombra sui sassi,

e l’odore di braci accorcia la via.

La morte delle idee

Galeotta è l'iride
che insegue a piombo
il tonfo
dell'ultimo granello
cadente giù dal collo
della clessidra infame.
Resta immobile,
sgranato l'occhio
sopra la guancia rossa
irrigata da una calda lacrima
da rendere alla terra
mentre si alza
la nuvola di polvere

la parola

Dove ti porterà la parola
se il mio silenzio
non sai ascoltare
se nel rovistar la mia vita
ti troverai con più ferite
di quel che porto io
se la parola fosse voce
vorrei gridar tutto di me
ma nei miei occhi
puoi leggere senza parole

cos'è amare

Cos'è amare
se non il mio sguardo posato
sull'innocenza del tuo cuore
imprimere l'impronta
del primo bacio
su labbra che si schiudono
alle sensualità nascoste
sentirsi esplodere
tra le crescenti palpitazioni

Alba a Goreme

 
Li indovino persino nel buio
i colori di quest’arida terra:
accarezzano i sassi ed il cielo
e fluttuano piano nell’aria
come spettri in attesa
di svelare le proprie sembianze.

Non ti muovere

Tienimi la mano quando mi allontano dal mondo intero;
prendo le distanze perfino da me stessa.
Mi alieno da un sottofondo di voci uniformi
che mi è insopportabile.
La mia si distingue, sempre,
perché i miei occhi vedono un altrove sconosciuto a molti.

Socrate e le rose

 
 
 
Passava leggera alle otto di mattina
mentre il passero cantava tra la sultanina,
disse lei, "che belle rose"
e lui con gli occhi abbassati gliele pose.
 

26- Le emozioni


Quando le scelte sono limitate
vivi emozioni domestiche, al guinzaglio
scelte raccolte come pecore nello stazzo
costrette al pascolo allo stesso prato
percorrendo tratturi sempre noti, sicuri
così da essere innocue, sperimentate
da inforcarsi contro il baluginare della vita
come lenti affumicate.

L'altro nome del fuoco quando nutre i fili di paglia

Come? Non è mio il letto d’oro?
Non posso nemmeno parlarne perché non è concesso ai poeti questa libertà
nessuno tra i settenari potrà impicciarsi di fatti così lontani
ma questo è il catino dove immergeva i piedi il Re a cui mancò la testa

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