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Mimica Inconscia di uno Specchio Carnivoro

 
(Tra i muri in ascolto)
 
Hanno zanne di lupo,
gli angoli in corsa
del tuo scaltro tappeto,
a graffiare la schiena
in frenetica attesa
d’un rosso di fuoco
che cola nettare e cera,
di candele stellate
dalle cosce notturne.

(tacciono idee)

L’urlo del sole
scioglie meteore
di labbra ghiacciate,
fruga coi raggi affannosi
l’ombelico del mondo,
cullando folgori e tuoni
al seno di Venere,
da un infinito sublime
a forma di zero.

(serpeggia il segreto)

Replica al buio,
la memoria di perle
bevute d’estate.

(sullo scudo dei sogni)

il futuro ha mani bellissime

 

Il futuro ha mani bellissime
 
Sento quasi le tue dita
schiudermi i capelli
Sono nuvole arruffate
assetate di quella pioggia
che, da sempre, battezza il mondo
 
Non ti dirò mai
di fermarti prima del piacere
sarebbe come sfrattare
l'amore dalle mie labbra

 

Movenze d’acqua sugli stami avvolti.

 
 
Non credo a quegli ammiccamenti al sonno
quando è di scena il mento
sul palco aperto del tuo seno ritto
così che puoi le smorfie di conserva - quasi sopita.
 
Non fossi pelle alla tua pelle
avvertirei il piacere come un singulto
di quel lontano pasto:
sarebbe sciogliersi in un gesto rapido
la titubanza del gladiolo apparso nuovo a marzo.
 
La fauce rosa del suo fiore multiplo
ingoia apici
quando mi poso a suggere
la propoli che offre l’attesa resa.
 
Avverto un petalo alle labbra curve
una seta appena a coprire quello stame arguto
che si erge rapido
sollecitato al ballo dalla muta.

Nuda passione

Nella stanza muta
il tuo sorriso d’amore
squarcia il velo del silenzio.
La luna complice,
dalla finestra, ci spia
quando il tuo seno
è accolto nelle mie mani,
e quando i miei baci
vestono il tuo corpo.
Il letto ci è testimone,
mentre la stanza attende,
che la nostra passione
lasci al silenzio,
il sapore della tua pelle.

Franco

Eppur s'arrizza.

non è che mi faccia paura
ma solo per far bella figura
quando non la verve manca ma il nerbo
io lecco
quando la torre è rovesciata arresa
il ponte levatoio s'è abbassato
il guidardone a terra rovesciato
e lei incalza invitta inappagata
io lecco
dolce così che un po' s'acquieta
e cede incerta e un po' curiosa
di quello che può venir appo la cosa
non è veramente nuovo ma l'allieta
per cui ancora
io lecco
accetta generosa questa soluzione
ch'è una via all'orgasmo equivalente
non si può stare una vita in erezione
spento il fuoco vivo, resta poco o niente
se non la voglia di ricominciare e
io lecco
perché verrei farla memore e contenta
di questo appuntamento con la vita
dove ogni intermezzo fu certo tenerezza
che mai lo scordo e pure lei rammenti
che la dolcezza fu la nostra pegola
se io lecco
a me eppur s'arrizza.

Sono Raso Concavo, le Ore Piccole.

 

Sono Raso Concavo, le Ore Piccole.
 
(Di vocali onnivore)
 
Scomposte regole
hanno il nido fra le labbra,
quando semino tormenti
dall'abito di petali,
sui meridiani delle lune
che sbocciano infiniti,
nel dono che mi fai,
scivolandoti sirena.
 
(le curve fluide)
 
Cremisi armature,
fioriscono di giochi
i respiri della pelle,
in oceani di cielo
e qualsivoglia mondo,
senza fine all'opera.
E' oggetto di culto,
lo spazio vuoto
in seno alle stelle. (TUE)
 
(fra le fauci grAVIDE)
 
Nel vino delle ciglia
il mondo si dibatte
fra gli accenti del colore.
 
(di un gemito sommesso)

Attimi...

Si dilegua l'attesa
tra crepuscoli di emozioni,
mentre si consuma,
nell'abituale incontro,

l'eterno dialogo
di inermi corpi
che
spalmano,
di opulenti spasmi,
l'inarrestabile fluire....

 

La donna cannone.

lascia che solchi il mare
di epidermide glabra che
chiara copre le tue forme
con la mia chiglia aguzza.
scenderò tra le gonfie onde
dei seni vellutati
fin sul placido morbido ventre.
punterò il timone dritto
verso il gorgo di olezzi muschiati
e traversato il prato di seta
getterò la dura rigida ancora
tra le bianche lisce colonne
nello scaturigine agognato
di ogni beatitudine.
 
 

Timidezza

non arrossire quando ti bacio
ascolta il tuo corpo che brama
viepiù le mie carezze languide
non intimidire il tuo cuore ma
scioglilo che impazzi gioioso
quando il piacere raggiunge
ambiti gelosi predestinati e
cogli le rose dell'amplesso
che seppur vi furono spine a
recintare il campo della vita
nulla ripaga più d'un orgasmo.
 

Godimento

 godere del tuo godere
possederti un minuto
sentire il calore vero
intimo del tuo corpo
assaporare il sugo
del tuo essere viva
odorare la tua natura
nervosa e carnale e
in deliquio stare
tenendoci per mano.

 

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