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riservato ad un pubblico adulto

Alle spalle, il mare che spinge

risalente il denso di ellissi, il destino ultimo
di un universo oscillante
 
ci aspetterà la fioritura del ramo, gravido
di nane rosse?
che sto correndo il buio della lontananza. 
 
alle spalle, il mare che spinge.

Dove la luce può

prima della paura
dentro la discesa a mare,
l'ultima volta
si passa
a coda del vento:
 
così del pianto, poi diremo
 
maledetto da tutte le lune 
sbagliate, lasciate a metà degli intenti

Intanto che vado qualche istante più in là del dolore

 
eppure, se ti volgi
è l'indizio di rossore
sulla bocca, che già sai:
del garofano, 
l'abbandono al sole, malgrado il vento
 
e ancora, ovunque
libero larghezze di cielo dai tuoi palmi,

Che non mi trovi qui un altro vento

la sottigliezza dei fianchi
si anima, al sospetto
come di luna piena alla notte
 
altrove, non c'è;
si immagina soltanto, il segno
che dia l'oriente 
al fiato
 
restare 

In questo passaggio di braccia strette

 
è il mare che fa sangue
a fioriture di gorgonie, così
è già compresa in questo passaggio
di braccia strette, la sapienza
che dà lo slancio all'abbandono
pelle a pelle;
 

fili gordiani

Inciampi a vuoto

che ci sia un modo

non ricordo, nel nodo

gordiano, quasi alieno

spesso, sospeso

c'è un filo di lana

Sul faro

 
 
In questo semplice far luce, il faro dà tregua
una smorfia quasi àncora il volto.
Non ormeggiasse lo sguardo che viene dall’onda!
 
Si direbbe di queste onde un caldo abbraccio
di sottane in punto alle ginocchia

Prima che ne faremo voce

che bella qui
l'ora che resta, 
a costa della purezza
profondissima
 
non parlo, ne è piena
la coscienza della pelle
 
ma senti, non è per tutti
non è per sempre

Verrà a cercarmi credi, il cormorano di passaggio?

è l'esistenza di una via
che sento
nelle percorrenze del respiro:
quando
più piccola poi,
in fondo
dove mi nasconde il vento solare
 
lì, che l'orientazione
del profilo la fa

Venivo, quante volte

brucia, la rugiada
alle ginocchia sulla macchia:
la pietra, l'ombra
allo stesso modo, la realtà
del silenzio;
lontano, chiamami
ho rinunciato ai confini
 
mi dicevo, scivolavo
venivo, quante volte

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