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Augusto Balossino - la congiura nella pittura

 Augusto Balossino, la congiura nella pittura

 

augusto balossino

È dalla natura l’ispirazione della vera Arte. Fin dai primordi dell’umanità l’imitazione della natura ha rappresentato, e per molti versi rappresenta ancora, quella strada reale che conduce l’uomo alla scoperta dell’Arte. La tecnica più in voga è sempre stata quella dell’imitazione perfetta della natura stessa. Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, così si definiva: “un pittore che sa dipingere bene et imitar bene le cose naturali”. Oggi viviamo in un proliferare di tecniche e di stili che troppo spesso spiazzano, sconcertano e confondono le menti e i gusti di chi apprezza l’arte, la critica, e vive per essa! Non voglio parlare di qualità poiché questo giudizio risulta manipolato da un marketing pubblicitario troppo aggressivo, sofisticato, subliminale, di mercato e di investimento che riesce addirittura a svendere qualsiasi vera opera d’arte trasformata così in un oggetto seriale che diventa al fine, quasi di scarto. Gli allievi delle varie Accademie di Belle Arti spesso hanno il coraggio di esporre al pubblico le proprie “idee” dove risulta evidente l’impreparazione artistica che non scalfisce minimamente la loro tronfia autostima, di loro stessi, appunto, di questi giovincelli che si ritengono consumati professionisti. I canoni artistici ed estetici tradizionali essendo stati da tempo scardinati e rimossi inducono ad una sofferenza esistenziale chi si pone a criticare l’ultima esposizione di un artista dell’ultima generazione della pop art. Ritengo che la critica ormai sia diventata altamente soggettiva per ciò che riguarda i criteri di giudizio di un’opera e l’alto valore estetico da assegnare all’autore. Tolstoj ricordava che: «Dire che un’opera d’arte è buona, ma incomprensibile, è come dire che una pietanza è buona, ma la gente non la può mangiare». D’altra parte, molte voci si levano contro il declino dell’istruzione artistica nelle accademie. Commentava amaramente Gregorio Sciltian: «Nelle accademie di belle arti, salvo qualche rara eccezione, non si insegna nulla di positivo... I professori di queste accademie nella maggioranza insegnano le “libere vie” dell’arte: ma che serve, allora, perdere lunghi anni, per imparare quello che può essere benissimo appreso a casa propria con non più di mezz’ora di lavoro giornaliero? Non nelle accademie, quindi, si potrebbero oggi imparare le lezioni della vera pittura!»

Augusto Balossino crede fermamente nella pittura della realtà e risulta difficile non asserire che «l’arte non può essere detta bella se non quando noi, pur essendo coscienti che è arte, la consideriamo come natura, e la natura è bella quando ha l’apparenza dell’arte».

Augusto Balossino privilegia il disegno dal vero e la pittura della realtà, canoni ai quali si ispira sia nella pittura che nell’insegnamento.

Come in Caravaggio nei suoi quadri è protagonista la luce che plasma l’immagine valorizzando le potenzialità delle tecniche da lui usate che spaziano dalla raffinata pastosità cromatica dei colori ad olio alle vellutate tonalità del pastello, alle vaporose trasparenze dell’acquerello reso secondo la tradizione inglese.

È l’unico ritrattista italiano associato alla “Portrait Society of America” ed è Accademico Ordinario dellaPontificia Accademia Tiberina.

Augusto Balossino, nato a Milano negli anni quaranta, ad otto anni fa ad acquerello degli uccellini, e quella è da considerarsi l’età del suo esordio nel mondo dell’arte.

Nella pittura ad olio qui accanto all’articolo proposta, siamo osservatori inermi di una tragedia che si sta consumando nel quadro: un ramarro ha fissato come sua preda una leggiadra farfalla posata sopra un candido petalo di lilium. La coda tesa del ramarro in attesa prefigura un lauto pasto dove le ali andranno a dispiegarsi al di fuori delle fauci del primordiale animale.

È la filosofica rappresentazione della favola della bella e la bestia dove qui forse non ci sarà un felice epilogo. Il candore dell’apparenza sotto una luce caravaggesca, nasconde l’istinto primordiale della distruzione e la congiura degli elementi è contro il candido e leggiadro pudore della farfalla, così come si assiste oggi alla congiura delle arti così dette moderne contro la tradizione classica della pittura.

Le tavole, le tele di Augusto Balossino emanano un senso di sereno conflitto dove l’amore ha il trionfo sulla natura come rivalsa sulla morte. Nei ritratti traspaiono i sentimenti e le personalità del soggetto. Chi è ritratto daAugusto Balossino avrà la spiritualità impressa in modo indelebile sulla tela. È impressionante la capacità pittorica di quest’artista; le trasparenze inducono ad una visione ulteriore che va ben oltre i limiti materialistici di una cornice. Nel tempo ha consolidato la sua arte ed oggi possiamo considerarlo un epigono del Caravaggio.

È da ritenersi un coraggioso difensore del buon senso nell’arte.

Giuseppe Giusti, in un suo epigramma, sottolineava:

«Il Buonsenso, che già fu capo-scuola,

Ora in parecchie scuole è morto affatto;

La Scienza, sua figliuola,

L’uccise, per veder com’era fatto».

Per concludere ricordiamo ciò che Leonardo da Vinci consigliava di fare, come riscontro dell’opera pittorica, ai suoi allievi che assolutamente dovevano applicare la “tecnica della conformità con la cosa ritratta”: «Quando tu vuoi vedere, se la tua pittura tutta insieme ha conformità con la cosa ritratta di naturale, abbia uno specchio, e favvi dentro specchiare la cosa viva, e paragona la cosa specchiata con la tua pittura, e considera bene, se il subjietto dell’una e dell’altra similitudine abbiano conformità insieme... E se tu conosci che lo specchio, per mezzo de’ lineamenti e ombre e lumi, ti fa parere le cose spiccate, e avendo tu, fra li colori, l’ombre e i lumi più potenti che quelli dello specchio, certo, se tu li saprai ben comporre insieme, la tua pittura parrà ancora lei una cosa naturale, vista in un gran specchio».

 

 

Giuseppe Lorin per Rosso Venexiano, arte.

 

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a cura di Ezio Falcomer

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