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La principessa Ushakiran e il pavone - ThrasHAleXiS

 
Quella mattina, la principessa Ushakiran si svegliò con il canto squillante di un uccello. Dopo essersi stropicciata gli occhi come una normale bambina, scese dal letto e si precipitò verso la finestra per godere dell'aria fresca del mattino e scrutare, fra i rami degli alberi adornati da tenere foglie, il volto di colui che l'aveva destata dai dolci sogni notturni. Un grosso pavone dal maestoso portamento vagava nei dintorni della piscina del palazzo reale. Il suo piumaggio variopinto e la grande coda a ventaglio creavano forti contrasti con il bianco marmo della pavimentazione e la trasparenza cristallina dell'acqua. Timidi raggi solari coloravano di rosa il cielo in attesa dell'azzurro del giorno e la piccola Ushakiran osservava ammaliata lo spettacolo della Natura che si risvegliava dando il buongiorno al mondo. I suoni delle piante e del vento e le voci degli animali cominciavano a farsi sentire tra la fitta vegetazione della giungla e Ushakiran ascoltava attentamente queste armoniose melodie. La sua sensibilità la rendeva una bambina fuori dal comune, passava molto del suo tempo ad osservare le piante e gli alberi, i continui moti dell'acqua dei fiumi e qualsiasi animale le passasse accanto, la sua curiosità era nutrita da un vero e proprio amore per quel mondo di cui si sentiva pienamente parte. Quel pavone la affascinò e decise di scendere in giardino per osservarlo da vicino.
L'altezzoso pavone tentò, in un primo momento, di evitare il contatto o il semplice sguardo di Ushakiran e goffamente saltellava da un lato all'altro del giardino, ondeggiando il collo e perdendo tutta la grazia di cui era dotato. La piccola Ushakiran di fronte a questo spettacolo scoppiò in una sonora e dolce risata e il pavone, sentendosi burlato, decise di affrontare la bambina.
- "Cosa c'è da ridere, eh?"
Ushakiran smise di ridere e la sua espressione si trasformò lievemente da sollazzata ad incredula.
- "Allora, non trova più nulla per cui sbellicarsi principessina?!"
Silenzio. Passò un istante, poi un altro e un altro ancora. Ushakiran disse: - "Ma sei tu, Pavone, a parlare?"
- "Vedi altri esseri piumati e maestosi in giro?"
- "Veramente no, ma come è possibile? Insomma, uomini e animali non potrebbero comunicare! Come fai a parlare?"
- "La domanda è un'altra cara mia! Sono io a parlare o sei tu a paupulare*?"
- "Mmh... a me sembra che la mia voce sia normale..."
- "Anche a me! Tsk!"
Ushakiran tornò a ridere fragorosamente ed il pavone, impettito, gonfiò il piumaggio e si voltò dando le spalle alla bambina.
La principessa, notando il gesto del permaloso pavone, smise a fatica di ridere e gli si avvicinò.
- "Pavone, ma se io riesco a capire te, pensi che possa capire anche tutti gli animali?"
- "Questo non so dirtelo. Posso solo dirti che noi animali ci capiamo perfettamente tra di noi e mentre voi umani non fate altro che emettere suoni zuccherosi e fare moine alla nostra vista come se restassimo sempre cuccioli, noi discutiamo della situazione climatica, delle risorse alimentari..."
- "Ahah! Non pensavo che anche tra di voi esistessero simili problematiche! Pensavo che solo gli umani fossero afflitti da questi problemi inesistenti.. !"
- "Inesistenti?!?! Scherzi spero! Nonostante Madre Natura ci abbia forniti di regole ben precise, per noi animali è assolutamente difficile trovare pacifici accordi, soprattutto se di mezzo ci sono gli infimi ed antipatici serpenti. Rovinano sempre tutto, sono insolenti e non ascoltano affatto quello che si dice!"
- "Ahhh capito... beh, io voglio scoprire il vostro mondo! Gli Dèi mi hanno dato il dono di capirvi ed io sento che devo sfruttare questa opportunità al massimo."
- "Sei la benvenuta Ushakiran! Salta in groppa, sei abbastanza piccola da poter essere sostenuta dalla mia nobile schiena!"
E i due partirono alla volta della giungla.
Pavone descrisse ogni minimo angolo di quell'antro che ad Ushakiran pareva sempre misterioso e magico, scoprì i nomi degli insetti, le loro voci e la loro gentilezza spesso dimenticata a causa del loro aspetto, scoprì le vere voci dei pappagalli e di come essi si burlavano degli umani fingendo ignoranza e replicando il loro linguaggio, scoprì i piccoli mammiferi, le lucertole, le lumache e tutti i piccoli esseri che vivevano giorno per giorno in quel luogo di cui l'uomo spesso si dimentica. Scoprì un mondo nuovo, ricco e meraviglioso.
La sorpresa più grande fu scrutare i volti degli alberi e delle piante e conoscere le loro storie, il loro pacifico modo di vivere in armonia con la Terra. Ad un tratto una voce femminile dolcemente chiamò il nome di Ushakiran.
Erano passate diverse ore dall'inizio del suo viaggio e i genitori della piccola si erano accorti della sua assenza. Pavone riaccompagnò la principessa al palazzo e, prima di dividersi, Ushakiran disse:
- "Fammi una promessa!"
- "Sono tutt'orecchi!"
- "Vieni a trovarmi ogni mattina all'alba, portami ogni giorno nella giungla e fammi scoprire il tuo meraviglioso mondo!"
- "Te lo prometto, mia piccola amica. Adesso va, i tuoi genitori ti staranno cercando e saranno preoccupati per te."
- "Vado! A domani Pavone!"
- "Ciao Ushakiran!"
La bambina corse tra le braccia della madre con un'emozione nuova negli occhi e nel cuore, la madre, accorgendosi di quel caloroso abbraccio disse:
- "Ushakiran, ma che cosa ti è accaduto? Hai fatto un bel sogno stanotte?"
- "Sì, mamma. Il sogno più bello che si possa desiderare."
Si presero per mano e tornarono al palazzo.
 
 

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a cura di Ezio Falcomer

♦Compagnia di teatro sul web Accademia dei Sensi♦

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