Scritto da © Francesco Paolo - Ven, 23/09/2011 - 21:39
Ci siamo nutriti di parole
troppo in fretta,
abbiamo pensato di lasciare
l’ombra della solitudine
fuori la porta,
siamo stati travolti
da un labile fascio di luce
credendo fosse il sole.
Io portavo tasche vuote,
regalavo sogni ad occhi aperti,
speranza e vita oltre la morte.
Tu lustravi le mie corde vocali
perché potessi gridarti l’amore,
assetata di pura verità
volevi la vita,
audace principessa di un corpo
apparente seduto allo sguardo
in un tunnel di sottile esile filo.
Abbiamo raggiunto vette insperate
adulterato l’oggetto del profumo
la purezza dei concetti
l’invalicabile passo dei sensi.
Siamo andati per gusto
oltre il fascino delle sirene e
oltre l’apparenza d’essere noi stessi
l’intesa non è stata vana.
Ero il sogno delle notti insonni
Il pensiero di un risveglio a primo mattino
l’asta di lancio per l’arco del giorno
l’interesse curioso intrigo
e notevole l’appiglio
di un colmo fasullo di vuoto.
Un frantumarsi improvviso
e tempesta a ciel sereno
un impeto avulso e disinvolto
voglie in ardenti corpi assetati.
Come solo maschi in febbre
abbiamo fuso morboso e libertà
bramosia celestiale e bisogno.
In definitiva abbiamo solo vissuto
forse è stato amore!
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