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I tre uomini in treno / 4

Mandato in tutta fretta da suo padre, José tornò dal vagone ristorante con una splendida bottiglia di spumante Berlucchi. Papà Garibaldi voleva che si brindasse tutti insieme, per augurare al figlio un grande avvenire all’Inter. L’amico Olzi gli aveva confermato per telefono che ad attendere suo figlio alla stazione centrale di Milano ci sarebbero state le telecamere di Mamma Rai e di Mediaset, e i microfoni d’una decina di giornalisti sportivi, poiché a Moratti gli era scappato detto in un pranzo privato al "Don Lisander" in via Manzoni, d’aver appena comprato un "crack" argentino, e la voce era corsa di redazione in redazione come una miccia in cerca d’esplosivo. La verità era un’altra: qualcuno, seduto ad un tavolo vicino, tra una portata di scampi con borlotti freschi e una maestosa faraona en escabeche, aveva capito male: in effetti si trattava dell’acquisto d’un’impresa argentina in bancarotta. Un particolare questo che passò del tutto inavvertito. Per Garibaldi ad attendere suo figlio a Milano c’era la Gloria.

- Brindo al nuovo centravanti dell’Internazionale di Milano!
...esclamò con negli occhi il biancorossoverde dello scudetto di Campione d’Italia. E con lui brindarono sorridendo sia l’uomo in grigio che quello in nero, e naturalmente anche José, suo figlio, il festeggiato.

L’uomo in grigio apprezzò il colore paglierino dello spumante, e ancor più il profumo ed il gusto, sorseggiandolo con piacere. Brindando aveva colpito il calice del giovane siciliano guardandolo con simpatia negli occhi. Per un breve istante i loro sguardi s’erano fronteggiati, specchiandosi l’uno nell’altro.

- Se lei è d’Agrigento, deve conoscere mio padre, don Calogero Loblanco.
...disse calcando sulla parola "deve" il giovane, togliendosi la giacca. E si sorprese leggendo nel volto dell’altro un inatteso irrigidimento.
- Lo conosce, è vero?
...volle insistere. E il Rossi - come aveva detto di chiamarsi - riacquistando il controllo fece un lento segno affermativo col capo. E aggiunse:

- Mi sembra d’averne sentito parlare. Bene.
...rispose. E continuò:
- Ma è da molti d’anni che manco da Agrigento, dove del resto ho abitato per brevi periodi.
E nel dirlo, fece uno sforzo tremendo per non chiedergli se conoscesse la fine che aveva fatto sua madre a Genova. Meglio cambiare discorso. Così tirò fuori la trita storia degli abusi edilizi nella valle dei templi. E finirono col parlare del ponte sullo stretto di Messina.

Vittorio Fioravanti [continua]

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