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Lettera ad un medico

  

 

Ciao dottore,

Navigo, e navigando… eccomi qua. Sono la visitatrice N°64, non è molto, ma nemmeno poco. La scritta BENVENUTI! su quel fondale color cielo fuori sintonia, mi ha attratta subito. Ho pensato alle frequenze di un sito rock, poi ho letto:

 

Questo è il sito del dr. X.X., specialista delle malattie dell'orecchio, del naso e della gola, con studio in Torino

Se siete interessati a conoscere meglio la mia specialità e l'attività dello studio, cliccate sull'immagine... Se siete capitati qui per sbaglio, probabilmente non leggerete neppure queste poche righe... comunque buona navigazione!

Volete una consulenza on-line? Volete contattarmi? Inviatemi una e-mail

 

Allora mi sono messa comoda, ho infilato una gomma in bocca, e masticando mi sono scorsa le righe. Certo che sei un bel tipo, eh dottore!

“Specialista del naso e della gola, con studio in Torino”, anch’io a Torino ci studio. Mi chiamo Sabrina, e faccio il primo anno in quel liceo dal nome di quel tale… lo statista che ha contribuito all’unità d’Italia. Io e le mie compagne dal piercing griffato! Siamo le prime della classe …mah, lasciamo perdere.

Che noia!

Ho cliccato su quella figura simile a un tarocco che la nonna usa per predire il futuro alle amiche del circolo del bridge, e… meraviglia delle meraviglie, leggo:

 

CHI SONO

COSA FACCIO

DOVE SONO

 

Le stesse domande che, seguite da un punto interrogativo, io mi pongo tutte le mattine. Soprattutto in quelle giornate in cui, sin dalle prime ore, tutto gira storto.

Abbiamo lo stesso feeling noi due, dottore.

 

Non ho resistito, allora, ho subito cliccato su “Chi sono”!

Una figura bonaria in camice bianco incrocia i miei occhi!

Oddio, dottore!

Che tipo!

Non avrei sperato di meglio… i tuoi occhi scuri che mi inchiodano!

 

Hai uno sguardo fulminante! Altro che quello di Eriberto (il mio compagno di classe, sai, quello che abita in piazzetta Maria Teresa), questa è brace pura che spicca sul candore di neve del tuo vessillo: l’immacolato camice.

La nonna direbbe che hai lo sguardo da persona ottimista. Le tue mani si congiungono – in posa mistica - su una penna stilografica (cosa ne farai mai di quella penna se il dossier che c’è sul tavolo è chiuso? Forse non era meglio uno stetoscopio appeso al collo? boh?). Vedo che sei attorniato da quelle odiosissime macchine elettroniche che scandiscono il nostro battito quotidiano.

Scriverai mai poesie, tu?

 

Leggo dalle note a fianco della fotografia, che sei nato sette giorni dopo il primo di aprile (un pesce settimanale), che hai l’età di mio padre, e che hai fatto diversi corsi di specializzazione all’estero, chissà se ami anche tu il chewing-gum e la musica rock?

In certi giorni d’autunno, cammino lungo i viali di questa città enigmatica, lontano dal rassicurante rumore degli amici del bar Norman, o dagli stucchi del bar Baratti (dove la nonna si incontra con le amiche per il tè pomeridiano), e cammino, cammino… dove mi portano le mie Nike, passo dopo passo. Mi sembra di galleggiare in questa città. Poi correggo il trucco con un po’ di rossetto, sai quello alla fragola, e allora tutto sembra riprendere per il verso giusto.

Ma torniamo a noi, dottore.

 

COSA FACCIO

Dopo aver visto il microscopio animato, e aver letto la seguente frase:

SE AVETE PARTICOLARI RICHIESTE O DOMANDE DA SODDISFARE, NON ESITATE A CONTATTARE LO STUDIO.

 

Il microscopio animato… richieste… soddisfare…. contattare…

 

Che allusiva diagnosi, dottore! Mi sembra un ritorno all’infanzia, quando Umberto (quello che abita alla Crocetta, il figlio del noto primario, nostro vicino di casa) da bambino, per imitare il padre, voleva che mi spogliassi, per giocare al dottore.

 

Allora, ciattiamo dottore? Vogliamo sfogliare le pagine del tuo cuore?

 

DIAGNOSTICA DEI DISTURBI DELL’EQUILIBRIO

In merito all’esame audiometrico, leggo:

[La cabina è ampia e confortevole ed adeguatamente ventilata ma, in caso di claustrofobia (paura a stare in un luogo chiuso) è anche possibile eseguire l'esame senza chiudere completamente la porta della cabina.].

 

L’immagine mi rimanda l’eco di quelle vecchie cabine telefoniche foderate con pannelli di masonite, dall’intenso odore di legno, di cui papà mi parla sempre, ricordando la sua gioventù spensierata, quando, durante la settimana bianca, dall’albergo telefonava ai nonni. A quei tempi, orrore, non esistevano ancora i telefonini !

Nella fotografia, la consolle di destra sembra quella che Federico ha nella casa di campagna, dove ci si trova con gli amici a studiare.

Evviva! L’ho sempre saputo che quando fischiava un orecchio non era perché qualcuno pensava a me.

Perché?

Ma perché contemporaneamente non batteva anche il cuore, semplice, no? Altro che acufeni...

 

ESAMI ENDOSCOPICI

 

…tra cavità paranasali, membrane timpaniche, fibre ottiche, e video registratore mi sembra di essere piombata in una videoteca di film a luci rosse.

Tutto un apparato che farebbe saltare di gioia il buon marchese De Sade…

La fotografia del lettino attorniato di diplomi, invece di rassicurarmi, mi induce a fuggire…

E allora fuggo dottore, fuggo…

 

DIAGNOSTICA DEI DISTURBI DEL SONNO E DEL RUSSAMENTO

 

La nonna sostiene di non russare. Ne è certa, ma nessuno le crede. In compenso, dice di sentirci benissimo! Ovviamente, non è vero. Povera nonna, mai nessuno che la prende sul serio.

 

PARTE CHIRURGICA

 

Mio fratello, da piccolo, giocava con un’autoambulanza come quella che hai inserito come logo. Era in lamiera dalle orecchiette ripiegate (l’autoambulanza, non mio fratello) e le luci che scintillavano facendo scorrere le ruote. Era un giocattolo che avevano regalato a mio padre, al compimento dei suoi cinque anni. Poi era passato a mio fratello. Affascinata, ci giocavo anch’io.

 

Leggo:

Presso lo studio, per ogni trattamento che viene proposto, viene anche fornito uno stampato che contiene le informazioni relative agli effetti positivi ricercati ed ai possibili effetti negativi.

 

Ancora tabulati, opuscoli, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, carta, …uffa, mi si è inchiodata la tastiera!

 

CHIRURGIA DELLA GOLA (OROFARINGE)

Ricorrenti episodi acuti di tonsillite: sette in un anno, oppure cinque per ognuno degli ultimi due anni, oppure tre per ognuno degli ultimi tre anni. Tali episodi devono essere associati ad uno o più di uno dei seguenti sintomi: febbre superiore ai 38° C, adenopatie dei linfonodi cervicali anteriori, essudato tonsillare, colture positive per Streptococco Beta Emolitico di gruppo A. Tali episodi devono avere un significativo impatto sulla qualità di vita del paziente, per esempio: perdita di giorni di scuola]

Un sonoro EVVIVA!

 

CHIRURGIA DELL’ORECCHIO

 

La mia amica Luisa dice che se l’orecchio non sente, il cuore non duole (lei è sentimentalmente un po’ sfigata, poverina)!

 

ONORARI

Il Dottore non è convenzionato con alcuna compagnia assicuratrice, per cui dovrete voi anticipare gli onorari richiesti e poi ottenerne il rimborso direttamente dalla compagnia. Per evitare spiacevoli sorprese (mancati rimborsi) informatevi prima presso la compagnia di assicurazione se esiste la copertura. Eventualmente potete chiedere che il Dr. Vi rilasci per iscritto la descrizione dell'esame, della procedura o dell'intervento.

 

Mio padre (che è avvocato) avrebbe messo la sopracitata frase, sottolineata e in grassetto.

A buon otorinolaringoiatra…. Poche parole!

 

DOVE SONO

 

Disdegnando taxi e mezzi pubblici, mi sono precipitata al tuo indirizzo, con la mia amica Lalla, poi con una scusa l’ho allontanata e ho atteso…

Mi sono infilata in un bar vicino, al secondo caffè ho sentito il barman che salutava il dottor X.X.

Con fare indifferente sono voltata. Il mio cuore impazzava.

Oh, mamma!

 

Un uomo aitante, abbronzato, in abito grigio e con fare atletico si è avvicinato al banco. Mi è scivolata la borsa di Gucci a terra. Un uomo di mezza età si chinato a raccoglierla, me l’ha sporta con un sorriso. Il barman ha posato una tazzina di caffè davanti a lui dicendo:

“Ecco a lei, dottor X.”

 

Ti ho osservato meglio, mettendo a fuoco i tuoi occhi. La mia prima impressione è stata di stupore.

 

Sì, stupore per i miracoli che sanno fare le macchine fotografiche digitali!

 

Lo sguardo brace pura è un po’ stemperato, tiepido.

La bionda aureola che porti sul capo è molto dimessa.

Il camice bianco non c’è, lascia il posto ad una giacca scura.

Le mani sono le stesse, ora chiuse attorno alla tazzina di caffè.

 

Orrore! Cosa vedono i miei occhi?

La presenza di una vera all’anulare.

 

Sposato! accidenti …

 

 

 

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