Il lavoro del fuoco

Ricordo

Le tue labbra

bastimenti in partenza,

sospese nel vuoto.

Era il giorno dell'addio. No, le parole non servono. Tuttavia descrivono la fine di ogni cosa.

Eri il lavoro del fuoco. La regina di una miriade di bozzoli di farfalla.

Ti caddero i vesuvi stretti in una mano. Con l'altra allontanasti un irrequieto ciuffo biondo, che ti solleticava il naso. In quelle valigie chiuse c'erano promesse, che non riuscimmo a mantenere.

Un insolito raggio di luna abbracciò timidamente le tue guance ed i capelli divennero bianchi.

La brezza del mare salò i fiori. L'aria fresca asciugò le lacrime.

Il treno, come al solito, ci arrivò tardi in quel posto tramandato dai cuori infranti ai posteri.

Alberi di ciliegio pascolavano luci lontanissime. L'alba cantò con una vocina fioca, che si spense all'orizzonte. Così saltammo nel fuoco.

"Saremo farfalle che vivono un solo giorno e ce lo faremo bastare. Conosceremo l'amore e non l'odio, la gioia e non la tristezza, non il dolore, le malattie, il tradimento. Le bugie.

Non sapremo di noia, di litigi, di parole amare.

Ci tufferemo nel polline appena raccolto, asciugandoci sopra un arcobaleno.

Avremo il nostro gran da fare per mettere su famiglia.

Credo che un solo giorno non potrà rifiutare un dono così bello".