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Piaceri di carta

Quando la mattina mi alzo dal letto, ci sia la pioggia o il sole, la neve o la nebbia, vento o afa, so già cosa farò. Le mie giornate sono sempre molto regolari, scandite dal ritmo del lavoro, dei pasti, del sonno. Ma la prima occupazione della giornata, la più importante, quella che mi regalerà il sorriso o il cipiglio per le rimanenti ore, è l'evacuazione. Il dovere più importante per ogni uomo - ma non tutti gli uomini lo sanno -  è cagare.

Cagare non è come si pensa, un'impresa da poco. C'è chi è stitico, c'è chi ha le emorroidi - e allora l'impresa può divenire così dolorosa dall'esser tentati di differirla - c'è chi non ha i doppi o i tripli servizi - e allora cagare diventa come fare la coda dal medico o al supermercato: bisogna munirsi del numero.

Ma a parte questi piccoli inconvenienti sempre però in agguato, una volta conquistata la posizione, una volta lì seduti, sentiamo di avere la serenità a nostra disposizione. La porta è chiusa, siamo soli con il nostro piccolo dovere, con l'unico dovere che ci dà - stitici a parte - anche piacere. Siamo soli. Soli senza mogli, figli, padri, madri, fratelli, fedi preti padroni amanti,urgenze, maestri...ognuno caga a modo suo, ognuno è libero di lasciarsi andare a rumori più o meno indesiderati, ognuno è libero di librarsi a testa alta tra i propri effluvi, odori, olezzi e qualcuno dice addirittura di farla profumata ma non ci credo. E poi, la gioia della lettura, il piacere della lettura raggiunge il suo massimo grado solo tra le mura del cesso - biblioteca quasi - perché solo qui la scrittura incontra de visu la propria verità: la sua compagna, la carta igienica. Carta morbida o più o meno ruvida, colorata o bianca, azzurra come la nazionale di calcio o rosa e non si

offendano le femminucce, a fiori o a pallini, grossa o sottile che si rompe e ti sporchi le dita...comunque una infinità di tipi che non è giustificata dall'unicità del culo!

Tra le mura del cesso, in religiosa solitudine, concentrati o rilassati, carta igienica e linguaggio si danno la mano. Riviste pornografiche o Topolino per il bambino, Hemingway o Platone, In sella per i centauri. Comunque, pulitevi bene il culo e lo spirito. Qui raggiungiamo veramente la massima purezza, il massimo grado di sincerità, la massima libertà e forse è proprio per questo che è sempre così spiacevole alzarsi da quella porcellana all'inizio così fredda ma poi così calda, un nido ed un rifugio, quasi, per i nostri affanni, quasi una poltrona. Beati gli stitici perché dedicano più tempo a se stessi. Ma c'è chi bussa alla porta, c'è l'autobus che non aspetta e che non ha pietà per uno stronzetto ritardatario che proprio non vuole uscire e che nulla sa di coincidenze o di cartellini da timbrare.

Del resto, quello stronzo ritardatario abita nel cieco e dunque non sa e non vede. L'anima dello stronzo (se mai esiste) , il suo Eidos, non ha viaggiato attraverso l'empireo cielo delle idee e non può pertanto comprendere la iperdeterminazione storica dell'atto del cagare. Uno stronzetto non può sapere che  trenta grammi di merda in più possono portare al licenziamento o magari alla perdita di un importante appuntamento. Ergo: la merda è ignorante.

Io non cago regolarmente, e l'incipit è stato creato ad hoc...quasi una captazio benevolentiae (scusate il mio latino maccheronico, cacofonico coprolitico e diciamolo apertis verbis, di merda).

Non cago a comando. Molti hanno però imparato a cagare addirittura a telecomando. Tutto in funzione del profitto.

Ma se ogni profitto e cioè l'intima essenza di ogni economia, si risolve in un risparmio di tempo, qualcuno di quei molti. prima o poi, cesserà addirittura di cagare e lo stitico trapasserà nel suo opposto. Lo stitico infatti dà poco (in termini di residuo, ovvero di merda secca...la merda liofilizzata sarebbe il massimo!! che la si possa riciclare in bustine a mo' di camomilla?) in molto tempo ma, pur essendo noto che la vita sedentaria favorisce la stitichezza, io sono convinto che, per superiori ragioni economiche, lo stitico sia una specie in via di estinzione. Il defecatore di domani l' Uberstronz, darà molto in poco tempo. Il limite matematico e cioè il limite fisiologico invalicabile verso cui tende l'assottigliamento tendenziale del tempo di defecazione è costituito dal tempo di reazione del buco del culo. Ma così la brama di profitto conduce all'astinenza perché un buco chiuso necessita ovviamente di una entrata chiusa...così, per non cagare non bisogna mangiare, con buona pace per il mercato e le merci che  non andranno vendute. Teoria dell'astinenza.

Io non cago regolarmente così come non mangio regolarmente, non faccio l'amore regolarmente, non penso regolarmente.

Soprattutto l'amore è ciò che ricorda l'intima verità dell'atto del cagare. Sempre imprevisto, sempre una sorpresa un gioco vincente. Non c'è nulla di programmato nell'amore e nella merda. Quando scappa, scappa. Ne' il tempo ne' il luogo e, nonostante Kant, io credo (che vale sempre meno e sempre più di un  "io penso") che merda e amore nulla abbiano a che fare con l'appercezione trascendentale. E non sono neppure d'accordo con Adorno quando dice che, dopo Auschwitz, tutta la cultura è merda, spazzatura. E' un insulto alla merda e all'amore perché solo la merda e l'amore, oggi, ci ricordano la grande gioia e verità del dono, cioè del presente, di un presente.

Sia lode agli sregolati, a tutti coloro che cagano dove e quando capita, a casa o in ufficio, in un bar o per strada, in un campo di grano che la corsa mattutina ti ha sciolto le viscere, o tra le dune di sabbia di una spiaggia infestata di turisti. Sia lode a che caga in acqua e se lo lava subito, a chi, in mancanza d'altro, non disdegna le foglie (è la famosa cagata verde) e sassi, erba e fiori che abbelliscono e profumano e fanno pure rivoluzionario e alternativo.

Fiori, amore. Anche l'amore è merda, sregolatezza, evento. Chi programma la merda, programma pure gli sguardi i desideri, le scopate, i figli.

Io non ho mai programmato nulla anche se non posso non programmare il tempo che passa tra un evento ed un altro, tra una merda ed un amore, tra merda e merda, tra amore e amore.

Do voce e forma alla merda e all'amore, alle ultime cose libere e belle di questo mondo schiavo e meschino.

Do forma al nulla perché non posso nulla sull'amore e sulla merda...la poesia è un piacere di carta, è ciò che resta dopo una cagata o un amore finito. La poesia è carta igienica ed io vorrei ancora mandarti dei fiori, vorrei ancora credere alla tua sregolatezza. Il Fantasma della libertà è solo un film e noi non cagheremo mai insieme..

Il gioco è finito ed ora uscirò dal cesso dove per una estate mi sono rinchiuso a sognare rose rosse e gigli e orchidee. Uscirò dal cesso e ritroverò le cose di sempre, ma non ritroverò il sogno, la fantasia, l'amore, l'attesa.

Non ritroverò i tuoi occhi, i tuoi capelli, le tue labbra, il tuo rossetto, il tuo sorriso, non sentirò la tua presenza e la tua voce e mi resteranno solo questi piaceri di carta, qualche riga che parla di te, qualche riga finita, ultimata senza più la fonte della creazione.

Piaceri di carta...gioia di scrivere. Stronzate. La gioia è altrove, in quel cesso di estate in cui tu mi hai fatto cadere.

Sono uno stronzo. E confondo la merda e l'amore.

 

 

 

 

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