Scritto da © fabiomartini - Dom, 28/03/2010 - 16:14
Spacciano allo spaccio sotto la mia casa
stanotte
sento fare i conti al fruscio del denaro
e al suo tanfo infinito.
Un poeta dal cervello fino
sento fare i conti al fruscio del denaro
e al suo tanfo infinito.
Un poeta dal cervello fino
bussa la mia porta stanotte,
mi guardo l'anello al dito
mi guardo l'anello al dito
che fuggir vorrei d'amor,
quindi,
quindi,
prende fragore il mio passo inquieto
che il vicino del piano di sopra
che il vicino del piano di sopra
nasconde da tempo
le mani in tasca
le mani in tasca
e le scale sale in fretta.
Marmellate queste mie
al gusto stantio
di sangue rappreso
sconfitto al perduto spettro
sconfitto al perduto spettro
che mai tornerà.
Aprirò al poeta ovviamente
solo a lui
Aprirò al poeta ovviamente
solo a lui
ma un semplice spiraglio
tanto per guardarlo in viso
ascoltare
tanto per guardarlo in viso
ascoltare
la polvere di stelle
sgorgar di storia
sgorgar di storia
raschiato vento.
Eppur qualcosa sfugge
che se sfugge indulge
seppur'io da sempre
seppur'io da sempre
indulga l'indulto.
Spaventato il santo
Spaventato il santo
pulisco
il limbo e sorrido e piango
l'amor dorato perduto il mio
che parla sempre di lei.
Inutili libertà perdute
eternamente premute al sogno
e dal recinto scavalcherei
eternamente premute al sogno
e dal recinto scavalcherei
stanotte
le insormontabili montagne d'Agharti
dalla rete del tempo
avvelenate pietre
le insormontabili montagne d'Agharti
dalla rete del tempo
avvelenate pietre
lancerei sottecchi
eppur sornione
eppur sornione
rido assente
ormai.
Parlo con lui
la lingua perduta dei padri
l'aramaico questo
dei versi
l'aramaico questo
dei versi
che viver vorrei.
Affogo di pioggia che non c'è
finché vita non c'è
finché vita sarà.
Affogo di pioggia che non c'è
finché vita non c'è
finché vita sarà.
Che v'anneghi quindi
il suo, e il mio,
malinconico
malinconico
torpore perduto.
»
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