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Di come uno scrittore si fa nudo guardando un mandarino

Piccola avvertenza.
Testo composito facente parte della serie elucubrazioni miste.
 
 
C'è un mandarino oggi sul mio tavolo e m'ha colpito e vorrei dedicargli due righe e tutto sommato sarebbe semplice descriverlo, ma io, che sono altamente dubbioso verso lo scrittore poetico e smielato abitante in me, voglio prima capire il perché lui m'ha presentato un aspetto preciso e non un altro.
Non sono propenso difatti al credere m'abbia impressionato casualmente.
Ergo per conto mio aveva qualcosa di mirato da dirmi o estrapolarmi e su quello dovrei scrivere.
Ovvio lo so è un mandarino ed alla vista più di tanto non può differenziarsi dai suoi simili e ciò è normale, però lui è anche creatura e dunque, uguale a tutte le altre, spugna che assorbe, e rimanda, le situazioni incontrate vivendo.
Un po' come noi uomini intendo.
Hai una bella giornata e sei radioso e lasci intendere del buon gusto.
Hai avuto una brutta vita piena di sventure e sei tendente a sotto considerarti e... e fai intravedere del pessimo gusto.
E volendo fare le cose perbene, e presentare appropriatamente, quindi bisognerebbe partire dall'inizio.
Dalle venture che l'hanno portato appunto sul mio tavolo.
Per dire ragionandoci sarebbe possibile i suoi nonni furono deportati, con la violenza e l'inganno, dal Medio Oriente e la sua mamma pertanto essere nata in cattività.
E lei potrebbe inoltre essersi ritrovata trapiantata su un terreno troppo umido o argilloso o in un appezzamento esposto ad intemperie terribili o... o magari sbaglio tutto e lei deriva da un seme ibrido e la sua antenata più prossima è... è allora una fetente ricercatrice assunta in una fabbrica ove d'abitudine, sui semi, sadicamente ne combinano di cotte e crude.
E l'acqua poi?
L'acqua con cui s'è dissetato era acida o basica?
E l'aria che respirava... l'aria che respirava proveniva da una carismatica valle di montagna o... o piuttosto da una volgare zona industriale?
E, altro bel discorso, nacque da albero liberamente spuntato dove gli pareva o è figlio di genitore incatenato col fil di ferro, e vivisezionato periodicamente, in mostruosi filari o sterminati frutteti di concentramento?
E chi ammirava, dal ramo in cui stazionava, guardando verso l'orizzonte?
Uno splendido azzurro mare, una triste periferia urbana o del nylon tipico da serra?
E coloro che lo curavano durante lo svezzamento avevano modi gentili e pazienti o ha visto parecchi suoi fratelli, un minimo difettati, venire imberbi strappati e gettati via senza rispetto alcuno?
E l'ape o l'insetto generico che provocò il suo concepimento?
Ebbene lei o lui ebbero un approccio consentito, tenero e romantico con il fiore oppure... oppure entrarono in lui pari grezzi ed ubriachi minatori col piccone sulla parete d'una galleria da allargare?
No in quanto nel caso si potrebbe parlare di violenza carnale perbacco.
Un avvenimento gravissimo che mi da l'occasione di sottolineare finora non... non abbiamo parlato di fatti trascurabili rispetto alla naturale formazione, ed alla voglia di risultare buono e ricco di virtù, d'un individuo.
E nemmeno di contingenze che uno possa avere voglia di tacere o non rendere di pubblico dominio per... per la precisione.
Manco per sogno.
E chi lo raccolse una volta maturo?
Una gentile manina o una callosa manaccia piena di cicatrici e ruvidissima?
Che si tratta d'un momento fondamentale, perdinci, quello della separazione definitiva dagli affetti principali.
Un momento in grado di segnare per l'infinito un umore.
Ed è stato colto nell'attimo in cui aveva raggiunto la totale maturità o, per esigenze di mercato, acchiappato ancora acerbo?
E fu riposto in un contenitore confortevole?
Ed il viaggio per giungere al negozio fu comodo?
E fu gettato sulla bilancia con sentimento o tale fosse un sasso?
E la borsetta dentro la quale si ritrovò, previo essere scampato al bip della cassa, puzzava di plastica o aveva un gradito aroma di carta?
E quanto tempo è passato dal giorno della raccolta, ch'era giovane e nel pieno delle energie, ad oggi?
Oggi può tranquillamente essere vecchio e decrepito infatti e sull'orlo della putrefazione e del susseguente ritorno alla polvere.
E... e quanto gli sta simpatico chi ha di fronte, ovverosia in teoria il suo esecutore materiale?
E insomma... insomma mamma mia quante vicende tutte perfettamente in grado di stravolgere, senza farsi notare dall'occhio, una personalità bisognerebbe considerare?
E ne avrei molte altre per inciso.
Ovviamente compresa un'esistenza finora perfetta in tutti i suoi particolari.
Quante vicende bisognerebbe considerare per diventare effettivamente, e con cognizione di causa, un buon descrittore?
Che sembra facile, prendendo carta e penna o aprendo un programma di scrittura o abbandonandosi alle interpretazioni personali trascurando il resto, ma... ma quelle parole così ottenute chi descriverebbero?
Ebbene io dico in primo luogo unicamente colui che le pone una appresso all'altra ed in secondo luogo mai il mandarino intero, ovverosia chi effettivamente innescò il lampo indi... indi l'unica entità che le merita appropriate e foriere illustratrici d'uno stato reale, bensì... bensì semmai al massimo la sua scorza che, e lo sappiamo tutti benissimo, non ha nessun gusto accettabile.
Uff no no.
Non si può banalizzare un momento creativo riducendolo a pulsione unicamente estetica, virtuosa o casuale.
Lui non viene per quello o genericamente.
Lui cerca le persone che gli sembrano adatte allo sviscerarlo e se codeste persone lo deludono mai... mai tornerà da loro.
Io... io credo faccio proprio bene.
Bene, bene e bene!
A fare che?
Ad essere altamente dubbioso dello scrittore poetico e smielato abitante in me chiaramente.
P.s.
Ah!
Dimenticavo.
Lo stesso discorso naturalmente vale anche per qualsiasi altra cosa.    
 

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