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Le emozioni e gli effetti positivi della mia pratica buddista ( il biddismo di Nichiren Daishonin)

 
Oramai son passati sette mesi, da quando con costanza, ogni mattina e ogni sera, sono intento a recitare e recito il mistico mantra che, nel 1253 Nichiren Daishonin offrì come unica alternativa acceleratrice dello stato di Buddità, e dell'innalzamento certo del proprio stato vitale( lo stato vitale è quell'energia che permea tutta la nostra vita permettendoci di crearla e rinvigorirla).
Come raccontavo, all'inizio della mia pratica mi convinsi, senza alcun dubbio, di sperimentare gli effetti della recitazione del daimoku ( ripetizione continua ad alta voce del mantra nam-myoho-renge-kyo, scoperto da Nichiren Dashonin nei testi del sutra del loto del Budda Shakyamuni) .
Dato che, all'epoca, provavo piacere a recitare in gruppo, mi recavo ogni giorno al centro buddista per la mia ora di recitazione giornaliera.
Iniziò così, giorno dopo giorno, ora dopo ora, e sacrificio per sacrificio, con costanza a recitare. Dapprima, cioè i primi due giorni di recitazione non sentivo in alcun modo nulla; anche se m'informarono che tale mantra andasse oltre la mente. Perciò era plausibile, a tal punto, che agisse su un altro piano della mia coscienza, senza che io mi accorgessi di alcunché. Dappoi, cioè dal terzo giorno in poi, nel mentre della mia recitazione di gruppo, ormai abituale, qualche forza sconosciuta iniziava a emergere in me, facendomi esondare da tutti i pori della mia pelle poesia fatta non di parole non di versi ma, "d'intangibile eredità mistica": avvertivo un'energia che non è del mio corpo, ma della mia stessa vita, che s'irradia e si propaga oltre la mia carne e la mia abituale percezione; ma ciò non è tutto.
Nei giorni a venire, la mia percezione della realtà cambiò radicalmente. Vedevo e riuscivo ad osservare tutto con altri occhi: tutto mi pareva avesse un'altra luce. Delle persone che non sopportavo, riuscivo con questa pratica, a vedere la loro umanità, tutte le situazioni difficili che vivevo iniziavano ad acquisire un profondo senso di sfida, atta a creare in me soluzioni per cambiare i miei eventi sfavorevoli, senza scoraggiarmi. Percepivo che si era ristabilita profondamente la connessione tra il mio cuore e la mia mente, diventavo sempre più sensibile, sino a creare una connessione empatica-compassionevole tra me e l'altro, inoltre provavo compassione per ogni animale randagio che incontravo per strada. In altre parole,entravo dentro me stesso misticamente e, di conseguenza dentro l'essere vivente che avevo di fronte. Però prima che si verificasse tutto quello che vi ho appena raccontato nella sopraccitata storia, iniziai di punto in bianco e senza alcun preavviso, una sera qualsiasi, a percepire un calore sulla pelle, il quale si espandeva dal mio cuore sino alle dita dei miei piedi e delle mie mani. Così, senza preavviso accadde tutto... Un calore molto intenso ( chi avesse più esperienza di me mi raccontava che era in atto la purificazione ), il quale mi durò all'incirca una buona mezz'ora; poi nei giorni avvenire il calore sulla mia pelle diminuì mantenendosi, per circa un mese, a una temperatura insolitamente alta ma costante e sopportabile, sino poi a ristabilirsi ad una temperatura naturale per la mia epidermide. Oltretutto acquisii una iperattività oltremodo inumana, difatti in quel periodo lavoravo dodici ore al giorno, e queste ultime non bastavano a calmare la mia irrequietezza,tanto è vero che, dopo il lavoro,dovevo subito intraprendere un piccola corsetta in bicicletta per smaltire gli ultimi residui di energia in eccesso. Ma la mia iperattività non durò poi così tanto, per fortuna.
A mano a mano che la mia pratica quotidiana procedeva, quest'ultima iniziava a diventare sempre più profonda e introspettiva,
mi resi conto che molti dei miei desideri non erano assolutamente realizzabili ( i desideri per il buddismo sono illuminazione, perciò non bisogna reprimerli ma realizzarli), poiché la natura dei miei stessi desideri era strettamente legata al grado della mia consapevolezza, cioè nè potevo realizzare me medesimo nella vita, nè avere tutto ciò che volevo se non prima di aver sciolto i nodi e i conflitti miei interiori, inerenti alla mia vita karmica. Perciò, avendo compreso il meccanismo grazie alla pratica, alla fede e allo studio costante, iniziai a incamminarmi tra le strettoie del mio essere, pregando e volendo con tutto il mio cuore comprendere quanto mi stesse accadendo: in questi sette mesi di pratica, recitando mattina e sera il mantra nam-myoho-renge-kyo iniziai a purificarmi sì, è vero. Anzitutto però iniziai a espellere e a vomitare tutta "l'acqua sporca" , cioè tutta la negatività che ho dovuto assorbire e subire nell'arco della mia vita, poi dopo compresi le mie tendenze negative le quali, queste ultime, iniziarono ad affiorare in tutta la loro forza; cosicché mi resi conto di dover lavorare su queste mie tendenze karmiche negative solamente per mezzo del mio desiderio sincero di cambiare me stesso ( è il cuore che deve desiderare, non solo la mente). A tal punto compresi pure che questa disciplina dovevo utilizzarla come punto di riferimento nella mia vita, ovunque io fossi e qualunque problematica nella vita io avessi dovuto affrontare. Tutto ciò che mi accadeva per mezzo della recitazione non avveniva ad un livello razionale-psicologico, ma ad un livello di coscienza molto più profondo. Capii oltretutto che, la mente razionale doveva interferire il meno possibile, onde evitare che il processo di purificazione della pratica stessa rallentasse. Durante questo processo di purificazione mio interiore, anche l'esteriore ( intendo anche il mondo fenomenico ) iniziava a modificarsi, come se il mio mondo interno e quello esterno fossero una cosa sola ( difatti questi ultimi sono un unico complesso , come si afferma grossomodo anche nel buddismo). Perciò tutti i turbamenti e gli effetti positivi che accadevano al mio essere si riflettevano matematicamente nel mondo esterno interagendo con le persone con le quali mi relazionavo, creando così la mia realtà. Inoltre questa pratica permette all'uomo un'evoluzione senza fine, e la capacità di realizzare i propri desideri misticamente, e infine offre anche la possibilità di creare la propria vita con una maggiore consapevolezza insomma, è una disciplina che risponde a tutte le domande dell'individuo senza discriminarne nessuna...
...Ho una sensazione di eternità,
che non è proprio una sensazione
ma qualcosa di più. 
Mi sento indistruttibile e senza tempo.
Questa sopraccitata poesia è solamente una delle tante risposte alle mie innumerevoli domande

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