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Teatro della Cucina

“La cucina di un popolo è la sola, esatta testimonianza della sua civiltà.”
Anonimo
 
"Teatro della Cucina".
 
- Iniziamo a dirlo tra di noi, amici. Per l'appunto tra amici. Io, solo per dirvi, non per essere un esempio per tutti, ma sol per raccontare, non sono nato qui. I miei genitori, i miei nonni, i miei bisnonni anche, a parte un bisnonno che mi ha poi dato il cognome ma proveniva da un podere lì nelle vicinanze, traggono origine da un'unica città dell'Umbria, come può facilmente assuonare chi si sia trovato a muoversi un po' per il nostro Paese.
Difatti, mi chiamo Castello. Castello per tutti, anche per gli amici.
 
- Bssss...Bsss...Bsss. (Brusio)
 
- Io invece, mi chiamo D'angelo. E questo mio nome non ha nulla a spartire con il mio luogo di provenienza da generazioni e generazioni. Difatti sono di Bologna, da tempo immemorabile.
Sentite un po' come pronuncio “soc...mel”, il velo tra la c e la m. Tutto è lì, in quel velo, se vuoi comprendere se uno è autentico o se è un Balanzone.
 
- Io dico che tutti siamo i benvenuti, credo, a questo pranzo di gala. Non ci sono poveri, ma tutti più o meno ricchi. Nessuno puzza orribilmente: le ragazzine-ragazzone sono passate per annusarci i piedi e l'alito, per darci una ripulitina ai testicoli e, scusate la creanza.... Insomma, non ci sono invertiti in questa sala, e questo, per il nostro costume, è già un passo importante; dimenticato il periodo di Gallo, il torinese.
Mi chiamo Cilindro, e vengo, da sempre, da fra Messina e Catania. In perenne movimento con puntate all'interno. Molti di voi che siete qui, mi conoscono.
Spero solo che ne siano state fatte plaquettes il minimo indispensabili di 'sti fatti: dei Gallo, intendo.
Perché ho un cugino genovese che per l'appunto si chiama Gallo. Nulla a che fare, potrei metterci la mano sul fuoco, su di lui.
 
- Non si chiede la provenienza dei soldi: “pecunia non olet”, ma tutto questo sfarzo del nostro anfitrione non potrebbe, dare, un po' nell'occhio? Sono l'ultimo arrivato. Mi chiamo Petrosino. So che è un nome antipatico, ma non ci ho nulla a che fare con questo spaparacchio di N.Y.C..
 
-Bsss...Bsss...Bsss... (Brusio)
 
Nel frattempo entrano, in ordine d'arrivo, i liberti della Regione Liguria, della Toscana, del Veneto, dell'Abruzzo, del Molise, della Puglia, della Basilicata, delle Calabrie, della Sardegna. Mancano:
l'anfitrione, Pordenone e Casarsa in rappresentanza del Friuli-Venezia Giulia; Lombardia e Piemonte.
L'alto Adige è una cultura ed un dialetto a parte, che politicamente non ci appartiene. Così come la Val d'Aosta.
Parlano come pare a loro e, se non sei del posto...
 
Il luogo dell'incontro non è sempre quello, è itinerante. Da tra Roma e Pompei, dove avvenne il primo incontro nel primo secolo d. C., (con dialoghi frammentati ma trascritti dai vicini al Potere) è stato traferito, prima presso Roma Roma, - Cinecittà - poi in un capannone industriale tedesco. Per dirne alcuni, di talii luoghi.
 
Scusateci se non vi sveleremo la nostra font (font - font!), né dettaglieremo il luogo. Ne va della sua vita. E della Vostra Nostra.
Che noi ci teniamo, se ve ne rimanete fuori.
 
Per interrompere la tradizione che vuole il pubblico in sala seduto e silenzioso prima che si apra il sipario, l'Anfitrione fa il suo ingresso senza badare ai preamboli. Nei corridoii dietro le quinte ha addocchiato una costumista francese di quelle alle prime armi, e, come vuole ormai tradizione, da vero capocomico,  per arrivare al palco, passa per lo stesso corridoio.
Corpulento, alto qual è, la costringe ad addossare la schiena al muro. Ascolta le vibrazioni del suo corpo e, nell'attimo stesso che la oltrepassa, il suo stesso respiro di liberazione; è quello il momento che colpisce.
- Ti trovi bene qui con noi, bambina?
La ragazzetta, esilissima, i capelli alla moderna, nonostante il suo aspetto fisico sia quello di una sedicenne, un'apprendista, (ma nell'ambiente artistico non vigono queste distinzioni e categorie) ma è nata durante una notte di sana follia in una buia periferia di Lione, al termine dell'anno 1989, sospira e sfiora con il proprio ginocchio il ginocchio dell'Anfitrione.
- Passa nel mio camerino, al termine del primo atto, bambina.
La ragazzina avvampa, e si sottrae.
 
 

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