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Un'amicizia particolare

Un'amicizia particolare
 
Tre eventi, praticamente quotidiani riuscivano ad interrompere le nostre interminabili partite di calcio che facevano, ogni pomeriggio, presso i giardini di Frà Giocondo negli anni 50:
il rombo tipico di una moto Guzzi che annunciava l’arrivo del solito vigile che veniva inutilmente a tentare di sequestrarci il pallone, la passeggiate sulle Mura delle collegiali delle Canossiane e la camminata, sul lato strada di due sorelle bionde. La più giovane attirava l’attenzione di noi ragazzi in età di "morosa" innervosendo i più piccoli che volevano sempre giocare. Si trattava di una biondina con la coda di cavallo, piuttosto carina, esile e con una bella figuretta. Io onestamente seguendo le teorie di un amico il quale asseriva fermamente che era meglio cercare quelle meno belle per evitare rifiuti, non ne ero molto interessato. Oltretutto mi sembrava un po’ snob. Lanciava uno sguardo verso il gruppo di giocatori che al passaggio si impegnavano di più per "farsi vedere" e poi tirava diritto. Onestamente io preferivo un’amica di infanzia che faceva parte del gruppo delle collegiali. Decisamente era meno bellina. Però a me piaceva ma ero tanto timido ….
Tra gli amici c’era un ragazzo solare, buono, benestante, amico da sempre. Tra un passaggio di pallone ed un altro mi confidava che a lui piacevano moltissimo le ragazze con la coda di cavallo, che si era innamorato di quella biondina e sicuramente l’avrebbe sposata. Già a quell’epoca io ero molto scettico. Ma lo accondiscendevo. Tifosissimo dell’Inter come me ne parlava sempre durante le lunghe trasferte. Era diventata come un’ossessione. Ma alla fine i suoi sogni si realizzarono e si sposarono in un lontano ottobre. Nel frattempo, bontà sua, me l’aveva presentata.. Vista finalmente da vicino era davvero molto bella, fine, solare. Niente affatto snob. Mi piacque subito
Il tempo è inesorabile e passa via veloce. Le vecchie amicizie si allentano o anche spariscono. E si che in un certo periodo stavano anche vicini di casa. Mi vedevo molto di rado con l’amico di infanzia. Quasi sempre allo stadio o alla radio per la quale faceva il cronista. Non era portato per fare il mestiere di famiglia. Amava la batteria, il jazz, il calcio, le radio che stavano nascendo come funghi. Lei, la moglie, la ragazza con la coda di cavallo quasi mai.
Un brutto giorno di ritorno dal lavoro, nel telegiornale locale sentii la voce di un comune amico che diceva che se n’era andato. Restai sbigottito e di pietra. Era ancora molto giovane ma un terribile male che non perdona se l’era portato via in pochi mesi.
La incontrai ai funerali. Non so se mi riconobbe. C’era moltissima gente. Ci scambiammo il solito bacio di circostanza e ci dicemmo le solite cose che si sussurrano in quei momenti.
Il tempo volava e ogni tanto ci si incontrava. Magari al supermercato o in Viale Luzzatti. Era piacevole scambiare quattro chiacchiere sui tempi trascorsi..
Poi nel marzo del 2005 su di me e famiglia si abbatté una terribile tragedia. In diciotto ore nostro figlio Francesco ci fu portato via. Non so neanche perché ma le telefonai per metterla al corrente del fatto come fosse una di famiglia.
Con il passare dei mesi diventammo amici. Come non lo eravamo stati mai veramente. Un giorno mi chiamò al telefono e mi disse:" sono ricoverata in ospedale. Sto male e non sanno dirmi veramente quello che ho". Andai a trovarla e stesa nel lettino la vidi sola ed indivisa. Tutta la sua sicurezza se ne era andata completamente via. "Tienimi le mani per favore, mi disse, ho paura di fare la fine di mio marito". Da quel momento preciso qualcosa scattò dentro di me. La accarezzai e cercai di sostenerla, di tirarle su il morale. Come se non bastasse il matrimonio del figlio era già stato programmato e lei non poteva neanche esserci … Così ci andai io … a fare delle e foto e gliele portai il giorno dopo in ospedale. Il suo viso si illuminò di gioia e gratitudine.
Fortunatamente le situazione clinica si chiarì e ritornò forte e volitiva come lo era da ragazza. Parlammo molto. Praticamente ci aggiornammo di tutto quello che era successo in tutti quei lustri. La nostra è una amicizia profonda e sincera. So che posso contare sempre sul suo aiuto e lei del mio. Ci confidiamo le nostre gioie, le nostre paure, le nostre emozioni.
Ci sentiamo spesso, ma ci vediamo raramente e questo per me è un piccolo cruccio, ma in quei pochi attimi che stiamo assieme per due parole, un caffè, un consiglio, una confidenza mi sento decisamente bene. Mi mette allegria e fiducia in me stesso.
L’amicizia è una cosa bellissima. Anche se a molti sembra una cosa impossibile che possa sbocciare tra un uomo e una donna La nostra è un po’ speciale a dire il vero ma basta non travalicare il limite. L’amicizia è per sempre. L’ amore può anche finire

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