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Carletta

Negli anni 70 io lavoravo al Consorzio Agrario e precisamente presso il Centro Elaborazione Dati. Il calcolatore era enorme e veniva “alimentato” da centinaia di schede perforate da ragazze che pigiavano sui tasti otto ore al giorno. In pratica tutti i documenti aziendali venivano trasferiti sulle menzionate schede.
Poiché i dati da digitare erano tantissimi,  andai varie volte dal factotum dell’azienda, il Cav. “Lollo” affinché cercasse di trovare un’altra ragazza per rinforzare l’organico.
Una mattina si presentò una ragazzina: indossava una mini, brunetta, piccolina, ma dallo sguardo vispo. Mi domandai tra me e me: “ma è troppo giovane, non penso abbia esperienze lavorative e immettere dati non è proprio così facile: Hai fa fare sì con una tastiera ma anche a leggere dei numeri e delle lettere alle volte incomprensibili”. Restai un po’ scettico ma a dir il vero la ragazzina mi piacque subito. Poi era entrata in un gruppo che funzionava bene: le ragazze erano giovani salvo la “capa” una single per vocazione, andavano abbastanza d’accordo. Con me c’era Renato, una pasta di ragazzo, che conoscevo per le sue attività calciofile e Rossi, il capo,  alla fine della carriere con il Cav. Minello, altra grande persona, che sovraintesa il tutto.
Diciamo che la presi un po’ sotto la mia protezione: la chiamavo spesso a leggere le anagrafiche con me, la aiutavo e, insomma piano piano le feci imparare anche altre cose. Mi seguiva entusiasta e professionalmente  cresceva.
La introdussi anche nel Sindacato e una volta facemmo, assieme ad altri colleghi un viaggio a Roma per una riunione Sindacale Nazionale. Fu una giornata magnifica: Favoriti dal fatto che l’incontro ebbe uno svolgimento rapido e dal tempo stupendo, potemmo girare per la Capitale, vedere il centro dello shopping e, soprattutto le delizie della  cucina romana
I tempi nell’informatica si stavano evolendo velocemente. Le schede un bel giorno andarono in soffitta: il data entry veniva fatto direttamente a terminale quindi queste ragazze praticamente non servivono più. Alcune furono riciclate in altri posti, altre “inviate” a lasciare l’Azienda. Ma la Carletta, che nel frattempo aveva imparato a fare altri lavori, resistette e fece una discreta carriera sino ad arrivare ad essere la cassiera centrale. L’ufficio era un buco ma io ogni tanto quattro parole con lei andavo a scambiarle e la sua risata squillante mi metteva sempre di buon umore.
Negli anni 90 ci fu la crisi della Federconsorzi e quindi anche dei Consorzi. Treviso non fece eccezzione e ci fu una riduzione di personale che, purtroppo, toccò anche lei.
Avevamo lavorato assieme prima e poi in uffici diversi per circa vent’anni e la nostra amicizia era ben consolidata. Nel frattempo si era sposata e fortunatamente seppi che dopo l’andata dal Cap aveva trovato un posto di lavoro. Però le nostre strade a questo punto si separarono. Quando da Ispettore andavo a San Biagio, con Roberto il Capo Agenzia si parlava spesso di lui. Da ragazza solare, pronta allo scherzo e alla battuta,  piaceva un po’ a tutti nell’ambiente. Però praticamente non la rividi più. Spesso, soprattutto quando ero triste, riandavo indietro nel tempo e rivedevo la ragazzina dalla gonna corta e dall’occhio furbo. Un sorriso spuntava dalle mie labbra.
Qualche anno fa nel Social Network Face Book ricevetti una richiesta di amicizia da parte di una Signora. Io meccanicamente accettai ponendo la domanda:ma tu chi sei? Poco dopo mi arrivò un messaggio che diceva: “ma come non ti ricordi di me, mi hai aiutato nel lavoro …” . Un messaggio lungo e pieno d’affetto che purtroppo devo aver cancellato o riposto in qualche luogo che non ricordo.
I Social Network alle volte servono: mi avevano fatto ritrovare una cara amica. Due anni fa assieme alle vecchie colleghe della perforazione organizzai una rimpatriata. E finalmente la rividi. Un po’ ingrassata ma sempre solare e con quel suo squillante sorriso.
Ci siamo ritrovati ed è rinata l’amicizia che si era assopita. Adesso non sta vivendo un periodo particolarmente lieto, ma la vita ci tocca tutti purtroppo.
Forza Carletta hai superato tanti esami. Passerai anche questo. 

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