il mattatoio degli amanti convenienti

 

 

“Il tuo problema, amore mio, è che non hai ancora trovato l’uomo della tua vita”.
Muta, ti guardai con il viso pieno di miscredenzia e nello stesso tempo come una preda appena ferita prima di sacrificarla, quando dicesti queste parole, proprio dopo baciarmi.
 
(Cosa dovrei fare, dimmi? Dovrei tacere, forse la cosa più adatta; piangere, la cosa più semplice, o giustificare l’ingiustificabile, il meno giusto? Inghiotto saliva).
 
Questi minimi istanti diventarono una eternità insalvabile, un vuoto così denso che potevo, perfino, camminare sopra di lui, una ferita così profonda che metteva di traverso tutti i continenti della mia anima. La violenza delle parole scoppiava nella mia mente sciogliendo i ricordi in frammenti così infimi di una nulla che ormai non esiste, mi trovai appessa sui ganci del mattatoio degli amanti convenienti, sventrata aspettando il mercato adatto dove finire, mentre mi dissanguo in attesa dello squartamento del macellatore alla fine. L’amore è una dipendenza, come il dolore, all’amore non se ne abitua mai, al dolore si.
 
“Può darsi che non abbia trovato ancora l’uomo della mia vita o forse il mio problema sia, amore, che di uomini della mia vita ne abbia trovati troppi , ma nessuno di voi abbia mai desiderato me come la donna della vostra”.
 

(Testo e immagine. María J. De la Cruz Guerra)