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La sacra famiglia

1
Nella furia celeste delle paure minuscole come di quelle gigantesche
dico grazie ad ogni ambizione di equilibrio
dico grazie a Schopenhauer e a Freud e a Lacan e a Jung
dico grazie a Recalcati e al dottor T., dico grazie a mia madre e a mio padre, ma non a me stesso.
Ferdinando, Ferdinando, buffone mascherato da intellettualoide (come ti definì il secondo psicologo)
panzone, occhiaie da reietto, barba lunga maschera di Che Guevara e puzza di sudicio,
buco piccolo sulla mutanda all'altezza del pallo sinistro, sentimenti vasti, sensibilità da padre buono,
Ferdinando cavallo bianco della Sconfitta - tutti i bianchi perdono a parte i padroni-
tutti i bianchi sono piedi callosi dal troppo camminare.
Ferdinando, parola di lupetto,Ferdinando cazzo duro nel buco puro del mondo,
Ferdinando e Jessica, Ferdinando ed Amandine,
Ferdinando e i reparti psichiatrici, Ferdinando e la comunità, Ferdinando e il Serenase,
Ferdinando che beve sei birre al giorno e passa all'acqua minerale,
Ferdinando senza palle e con le palle,
Ferdinando pazzo, Ferdinando sano, Ferdinando mio alterego,
chiedo a questa furia sovraumana, a questa furia di visioni divine,
a questa furia ostile e putrida e devitalizzante - DEVITALIZZANTE DEVITALIZZANTE-
che fa crollare in frantumi anche le architetture delle intelligenze sopraffini,
che spalanca le porte al pozzo demoniaco dell'inconscio più fondo
(DEVITALIZZANTE DEVITALIZZANTE)
io chiedo, chiedo in ginocchio, chiedo con le lacrime agli occhi,
chiedo
una pausa disperata tra questa noia e questo tormento.
 
2
Mamma bellissima
io vedo in te il tuo riposo di nessuna notte e le tue lunghe leve come due salsicciotti, come un esercito sconfitto, come una frase sarcastica di Roth, come una granita rossa di fragole senza brioches, in te che sei donna completamente, ma anche metà uomo e metà Dea e metà albero,rugoso e secolare, con quattro foglie sparute sui piccoli rami vecchi, tu che hai l'eleganza dell'abete e la sapienza della quercia, se fossi una quercia io ti vedrei sacra, venerandoti come quei grandi religiosi orientali che fa fanno di un essere, di un solo essere vivente, l'intera ragione per la loro benevolenza alle cose del mondo. Tu sei la mia ragione e il mio tormento, tu sei mia madre ma non solo quella, madre, cosa bellissima, donna speciale dagl'occhi terrorizzati, ho argomentato un teorema che parla della vita familiare come di un teorema per esorcizzare la solitudine e anche dell'unione sacrale che c'è in essa; tu sei l'apice di questo teorema, tu madre, vertice della mia ambizione verso la felicità e del mio sprofondarmi nel buco cosmico della sofferenza.
 
 

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