Scritto da © ferdinandocelinio - Mer, 25/07/2018 - 16:42
vita smisurata,
sento la noia delle 6 del pomeriggio
venire fuori dai violini della mia disperazione
e ho un padre che soffre di tumore
e una madre sull'orlo di una crisi di nervi
e sono ricoverato in una comunità per malati di mente
e ti chiedo, vita smisurata,
come si faccia a comprendere il dolore
quando il dolore è l'unica cosa che ti resta.
io ti studio, dolce puttana
e vedo nella tua intelligenza qualcosa di maligno
e le zanzare di Luglio sono tutte le risposte,
mi tolgo una crosta,
denso e violento,
il mio sangue sono io,
e quando non ci sarà più sangue
non ci sarò più io
e non ci sarà più niente
e non ci sarai più tu,
vita,
smisurata e terribile,
non ci saranno più tutte le cose futili e consistenti.
a cosa serve soffrire, dico io,
se tutto è destinato a scomparire,
per cosa i calli nei piedi
e la laurea
e la famiglia
e le malattie,
le malattie di ogni genere
e ogni tipo di felicità,
per cosa tutto quello che c'è stato e tutto quello che verrà.
fugacemente sibillina,
ti studio come un idiota all'università
con un chiodo negli occhi.
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