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Renzo Laurano

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Renzo Laurano

Originario di Sanremo è il poeta Renzo Laurano, pseudonimo di Luigi (Gigetto) Asquasciati, ivi nato nel 1905, e proprio a Sanremo e al suo entroterra ha dedicato gran parte della sua opera poetica. Lo si potrebbe definire ligure in corpo e anima, eppure si è sempre isolato sia per frequentazione sia per impostazione lirica dalla grande famiglia dei poeti liguri del suo tempo (Montale, Sbarbaro, Barile). Tuttavia ha lasciato un intero corpus poetico di alto valore, fra cui certamente saranno ricordate raccolte come: Chiara ride, Gli angioli di Melozzo da Forlì, Calendari la frana. Laurano muore a Genova nel 1986.
Poeta soprattutto, ma in generale uomo di cultura e protagonista della vita sociale cittadina. Premiato, conosciuto a livello internazionale, è stato protagonista della grande stagione della sua cittadina tra le due guerre. Eroe di guerra, personaggio di grande dimensione mondana, gentiluomo vecchio stampo ed interessato anche a fenomeni innovativi, come la canzone d'autore. Fu insegnante, viaggiatore appassionato e traduttore dal provenzale. Soldato nella seconda guerra venne dato per morto sul fronte russo e, dunque, commemorato e pianto solennemente circa quarant'anni prima della morte effettiva. Un personaggio complesso e meritevole di essere ricordato. Di antica famiglia sanremasca e vissuto sempre in Liguria, Renzo Laurano rimane, quale poeta, di ardua collocazione proprio all’interno di quella “linea ligure” che è d’uso riconoscere in un ruvido, essenziale, toccante esistenzialismo.
“Nella mia poesia, che è tanto turbata inquieta e sommossa dal mio «mal di Liguria» o «amor di Liguria», il mare-mare, quel «mare in persona» io lo conosco benissimo". A Laurano interessava dunque far risaltare una visione che metteva al centro di tutto l’orizzonte marino, ciò detto, pure è obbligatorio il richiamo circa l'interesse portato da Laurano all’antica poesia trobadorica e si rimarca, fra l’altro, la continuità della passione trobadorica con la personale esperienza di poesia e quel sostegno al mondo della canzone che portò Laurano nel circondario festivaliero di Sanremo e alla creazione del "Club Tenco”. Luigi Asquasciati nasce nella Sanremo della Belle Epoque, da una famiglia di alto livello sociale. Il giovane "Gigetto"cresce senza problemi, studia interessato alle materie più consoni alla sua sensibilità e si diverte, tantissimo, in una città internazionale piena di occasioni, un vero paradiso del divertimento. Anche l’affermazione del Fascismo è da lui vissuta in rapporto alla dimensione vitalistica dell’affermazione di sé piuttosto che nel contesto politico. Si laurea in Giurisprudenza nel 1928 e poi, seguendo l’istinto letterario, in Lettere nel 1934, sempre a Genova. La poesia riflette ormai il suo mondo interiore attraverso le molteplici ispirazioni dettate dalla vita e dagli incontri amichevoli ed affettivi. Proprio nel 1934 il testo "Chiara ride" viene premiato alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. E intanto il gioco del travestimento aveva coinvolto la stessa identità, che cambia dal difficile “Luigi Asquasciati” al musicale e poetico “Renzo Laurano”, lo pseudonimo di una vita. In quegli anni diventa fittissima la corrispondenza con tanti esponenti del mondo letterario italiano. È rimasto celebre lo scambio di lettere con Eugenio Montale, Giorgio Caproni, Salvatore Quasimodo. Partecipa quindi alla seconda guerra mondiale in Fanteria. La divisa è per lui motivo di orgoglio patriottico e di ricerca d’avventura. Partirà per la Russia, non volontario. Lo si crederà disperso e caduto, ma riesce a ritornare. Sarà poi insegnante, a lungo, nel dopoguerra. E continuerà a scrivere: poche raccolte di poesia, molto meditate, molti articoli, recensioni, traduzioni degli amati trovatori provenzali, lettere. E amore, amore per le tante ispiratrici della sua poesia, del suo sentimento, per la sua città e gli amici con cui ha condiviso una vita piena di trasformazioni, colpi di scena ed avventure anche letterarie. Renzo Laurano si è occupato anche di musica. Anzi, di musica e poesia. Ovvero dei testi, intesi come poesia. Tale situazione culmina nel 1972 con la fondazione del "Club Tenco", creato nel ricordo del cantautore: un gruppo di amici, e pure il momento di un intenso dibattito sulla funzione del poeta e della musica nel contesto moderno, al quale Laurano partecipa con impeto. In questa sezione si intende presentare brani scelti e significativi di Renzo Laurano: da “Chiara Ride” a riflessioni sul tema del rapporto con il mare e con le sue “maschere di vita”.

 
Chiara ride
Chiara al tuo ridere vedo i pagliacci
Cercano invano di darsi un contegno.
Ebbra di giostra a un cavallo di legno
rotta ti abbracci.
Dentro il tuo ridere vedo le arance
che mangi. Ridi coi gusti più buoni
del mondo in bocca. Tu ridi a spintoni
schianti le guance.
Il tuo bel ridere aperto è un piacere
vivere. Ridi ignorando la scenica
arte del riso e fai sempre domenica
con sognagliere.
Dentro il tuo tremulo riso balletti.
Scoppiano tinte gazose. A gran gala
tintinna un féstival: razzi bengala
e mortaretti

Marinaresca la mia favola
Come non sanno il colore dell’aria
le rondinelle, a pena il marinare
sa delle azzurre lande.
Quante corse
al vento nella spuma di sapone
dei vari agevoli mattini!
In gioventù, si va; e, chiglia di sandalo,
si scivola. Poi tempo, che tu ari
il sale, è giunto. Il campo è grande, è strano,
si naviga, ma è tutto un altro mare.
Nella memoria splendono i velieri,
vascelli a vele date a tutti i venti,
immagina di me, quando un naviglio
fui, tutta insegna candida, a splendore
spampanato, da ingenuo. Ero nell’aria
come a disfida, e tra compagni in fiore,
gonfalone dei giovani.
Ma è
Ma è tardi,
per me; già come, anzitempo, io rubava
una stagione agli anni. Già da mozzo,
navigai: navigavo: e per andare
con i grandi. Non ho perduto tempo,
mai, ch’io non fossi per per perderlo amando
vivere come vissi.
Il mio berretto
da marinare svengolo. E che basti,
essere un giovane lupo di mare?
 

 
Solo mare
Luna e nel solo mare
ieri notte in battello
eravamo in un bagno
molle e vago di luna
Nella barca nessuna
donna ma languidezza
femminina e fu dolce
ricordare ogni bella
 
Alba
Sottomarine nel chiaro
lucciole verdi e ovali.
fredde campane, e da un faro
piccoli estremi segnali
e disegnati cammini
 
Pellicano
Irene bagnante che in punta
di piedi, elevata e congiunta
t’incidi, staccata dal mare,
il recto ora il verso iridare
lasciandoti, dai che a uno strano
pellicano
sui lidi terreni somigli?
Il volto nel piccolo vano
dei seni divisi assottigli
 
Vanità di marzo
Fragilità di una giornata d'aria
primo celeste. Innova a chiari cespi
Marzo i fiori. Traspaiono e non vedi
variopinto il verziere. Una farfalla
fa uno strano vedere. È quasi un lembo
di vento un leggerissimo cascame
d'indocinese seta il piano ondato
volitar di vanessa. Ella, di spume
de' fiori è molto vaga e de' piumati
aspetti d'equatore che hanno i molli
giardini di Sanremo a' primi cenni
di primavera, quando è nelle arie
voluttà di contagio e non mai viste
terre vïaggi di un mellifluo odore
inquïetante di vaïniglia.
Ma era ancora nel mare primavera
novella, e pieni di speranza i pesci
ne volavano a galla; e, de' gabbiani,
di sal ebbri, eran pascolo le larghe
sogliole lì come piogge di lame
d'argento da quei nitidi e celesti
quasi bianchi di cielo. Ecco, e l'uccello
di mare è in cresta al flutto. E un puerile
gridar bianco ha che provoca cascate
di miriadi d'aghi di diamante.

(da "Gli Angeli di Melozzo da Forlì", 1939)

 
 
- Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
- Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
- Testi e scelta delle poesie di Sara Cristofori
- Fonti:http://www.culturainliguria.it/
  http://www.sanremopromotion.com/upload/file/Sanremo_ProgettoLaurano.pdf
  http://digilander.libero.it/biblioego/LauranoWolf.htm
- Editing:  Anna de Vivo
 

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