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Robert Mapplethorpe

 

"Quello che mi interessa nel lavoro sulle immagini pornografiche è che si tratta di un campo che in realtà non ha affrontato nessuno: sessualità esplicita vista con l'occhio dell'arte"
Robert Mapplethorpe

 

 
Robert Mapplethorpe nasce a Long Island il 4 novembre 1946, terzo di sei figli in una famiglia cattolica della media borghesia. Negli anni sessanta frequenta il Pratt Institute di Brooklyn, dove inizia il lungo rapporto artistico e privato con la cantante Patti Smith. Dal 1971 si dedica alla fotografia e diventa presto l’enfant terrible della scena culturale di New York, da una parte oggetto di culto, dall’altra bersagliato da critiche e censurato per la crudezza delle sue immagini. Si spegne a Boston il 4 novembre 1989.

 

   
   
Scrive di lui Adriano Altamira:« l'operazione che sta dietro al mondo figurativo e all'imagerie di Robert Mapplethorpe è piuttosto trasparente: trasporre soggetti omoerotici nel territorio eletto e squisitamente formale della classicità, usare la natura morta come un genere allusivo, e infine fare del nudo – indifferentemente maschile o femminile – una forma di studio botanico ».

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I suoi temi più comuni sono i ritratti (tra cui Andy Warhol, Deborah Harry, Patti Smith) e gli studi di nudo, spesso maschili e omoerotici, con l’eccezione della serie di nudo femminile della bodybuilder Lysa Lion. In queste immagini il fotografo spezzava deliberatamente il confine tra foto d'arte e foto commerciale destinata al mercato pornografico, adottando soggetti e temi tipici della "pornografia" nel contesto di immagini d'arte.

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Le serie di close up di fiori sono foto estremamente raffinate e stilizzate che ripetono in senso inverso il lavoro già fatto con il corpo umano, sottolineando il fatto, spesso dimenticato, che i fiori sono gli organi sessuali delle piante, e che anche nel loro caso Bello Artistico e Sesso non possono essere arbitrariamente separati e collocati in due sfere separate. Le foto di Mapplethorpe mostrano quindi in dettaglio, con grande creatività e spesso anche ironia, gli organi riproduttivi delle piante, richiamando i suoi più convenzionali lavori omo-sessuali.

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Robert Mapplethorpe è un eccezionale testimone del suo tempo e della sua generazione che vedeva nell’anarchia e nella rivoluzione sessuale l’unico modo per scardinare le difese della società borghese degli anni Settanta.

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Oggi il suo ruolo preminente nella storia della fotografia del XX secolo è fuori discussione. La sua immensa produzione è stata lasciata in eredità alla Fondazione Robert Mapplethorpe: nudi, ritratti, erotica, fiori e nature morte, tutti fotografati con la medesima cristallina perfezione.

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L’arte di Mapplerthorpe esprime un' ammirazione per le forme di vita che comprende anche la diversità e la trasgressione, che nelle sue opere vengono sublimate, quasi trascese.

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E’ uno dei fotografi più estremi, e al tempo stesso raffinati, mai apparsi sulla scena della fotografia mondiale. Le sue opere sviluppano in chi le guarda, una volta dissolta la morbosità dei primi attimi, ammirazione per un ideale di bellezza dal sapore classico e stupore per un b/n morbido e perfetto.

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Robert Mapplethorpe esprime una classicità che lo avvicina alla grande arte rinascimentale, sicuramente alla plasticità della pittura di Michelangelo.

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Per il fotografo bellezza e sensualità sono sinonimi. La ricerca dell’una implica l’altra e viceversa. Alla base vi è una ricerca della forma, l’istinto fondamentale è diretto verso un concetto di bellezza che fa parte di tutte le creature viventi e irradia la sua energia anche sugli oggetti che ci circondano. Il senso della vita è la Forma. Tutto può essere riassorbito in questa, perché è la sola strada verso la Bellezza.

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E sono le forme angolari e rotonde a prevalere, così come il rapporto tra il bianco e nero non è costruito su una rigida opposizione, quanto piuttosto sulla complementarietà.
Questo è il principio che è all’origine della fotografia di Mapplerthorpe. Tutte le forme viventi costituiscono un tutt’uno con il mondo.

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"Voglio che la gente guardi le mie opere prima di tutto come opere d’arte, e poi come fotografie" (Robert Mapplethorpe). Una rilettura del suo lavoro alla luce di queste parole lo sottrae all’aura scandalosa che l’ha finora accompagnato per reinserirlo nel contesto dell’arte e della cultura americana di quegli anni, segnata dall’espressione di libertà dai pregiudizi etnici e dalle convenzioni sessuali di cui Mapplethorpe fu interprete, paladino e insieme tragica vittima.

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è possibile, cambiati alcuni parametri dovuti ai tempi e alle tecniche, avvicinare i capolavori del passato a quelli del presente (il ruolo della fotografia in tutto questo è molto importante in quanto possiede un linguaggio diretto che tutti riescono a capire): nell’arte contemporanea esistono ancora i concetti dell’arte classica. 

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- Fotografie:  Fonte web
- Testi: Fonte web
- Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano - Rosso Foto
- Direttore di Rosso Foto:  Paolo Rafficoni
- Supervisione:  Manuela Verbasi
- Editing:   Mari de Cristofaro, Anna De Vivo
 

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Staff Rosso Foto

-due febbraio duemilaotto

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