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La trebbia

mi voglio benissimo
quando mi abbraccio
come il mannello
di grano il covone
e posso tranquillo
lasciare che i pensieri
vengano dal vento scossi
spillandone versi
come le spighe battute
nella trebbia rombante
per farne chicchi preziosi.

Sull'attesa

L'attesa impone di decidere se si tiene a qualcosa tanto da aspettare che avvenga da sé, oppure rinunciarvi ancor prima di scontrarsi con la propria ignavia. Insomma, da la possibilità di comprendere autonomamente i propri limiti e le proprie incertezze, evitando di recare danno a terzi. È un'occasione, a volte mascherata da tormento, ma ha pur sempre un fine positivo.

Alexis
15.05.2010

Come una lavandaia

 Ho sempre considerato la mia anima come un fazzoletto di terra da curare amorevolmente. Durante la mia giovinezza l’ho seminata a prato. Un verde, tenerissimo e affascinate prato. I miei pensieri, le mie emozioni la sorvolavano leggeri come nuvole multicolori di farfalle. Gli anni, come mandria imbizzarrita di bufali, l’hanno attraversata calpestandola, lasciandola brulla e lordandola di escrementi indesiderati. Ora, con l’esperienza e le poche forze che mi rimangono, mi accingo ad una impresa titanica: la pulirò e laverò come provetta lavandaia, portandola alla fonte a me più vicina e cara, il mare. Poi seminerò di nuovo e aspetterò…

Venghino signori si accomodino

Venghino signori
prendano posto,
è arrivato l'arrota storie
affilo amori, favole
e curo i vostri dolori.
 
Ho un racconto per te signora,
per un amore di cioccolata
avvolto in carta stagnola,
per  te che credi nel grande sogno
intenso violento e passionale.
 
Ho una favola per te
fanciulla dalle lunghe trecce
per il tuo esame di Biologia
e per un cane che ti aspetta
sotto il vaso di confetti bianchi.
 
Ho una canzone
per la dama che piange l'amor perduto
che rompe ad un pellicano cieco
che naviga nella sua vasca da bagno.
 
No, non tiratemi lattuga
o se dovete
che sia verdura fresca e di stagione
io demolisco le vostre convinzioni
dileggio tramonti, albe, gabbiani
e canestri di baggianate.
 
Sono l'arrota storie
figlio di un impiegato del catasto
e di una donna che non ha mai,
mai saltato una messa
per questo io non credo
alla religione dei culi appesi
io sono
la bertuccia che sorride
la scimmia della luna
l'ultimo cinghiale della sorgente.
 
Non ve la prendete,
il mio dileggio
è la mia triste condizione
di scettico mortale
senza paradiso in terra
o cielo
piuttosto compiangetemi
perché son solo
non trovo mai gente della mia razza.

condita e mangiata

acciderba
che testoline graziose
chi le piglia
 è beato.
 
ma nel vuoto ad intendere
 si replica
 
 io vorrei  solo il verme.
 
 il serpeggiante
sibila furioso
 
verseggia
 
ero lassù sul ramo
al sole perso
 
l'asso  mi è sfuggito
 
 sarò baro smanicato
 
 ma  i due piccioni 
con un sol morso

ho denudato. 

Raccontando un'illusione

la incontrai di nuovo quasi per caso
dopo tanto girovagare nei vicoli
rivoltando cassonetti immondi

erano anni, ma non parve cambiata
solo il suo respiro dentro il mio
avevo un altro ritmo, un altro sapore

fu allora che con estrema sofferenza
dopo l’amore mi separai ancora da lei
e la guardai finalmente con occhi chiari

lei mi lasciò ridendo sguaiatamente
ancora adesso, quando ne parlo,
a parole ancora vive...a parole
 

Ammasso le parole

Nel sacco ammasso tutte
le mie parole mute,
abbandono per sempre
e senza alcun rimpianto
il vicolo cieco che fin’ora
ho abitato.
Attraverso il ponte,
verso un nuovo confine,
ricco di lande verdi e profumate.
Nei prati seminerò
le mie parole,
rigogliose fioriranno
nella più bella stagione,
e ci sarà, forse, chi
 raccogliendole le potrà udire.
 

Ti Amo...

ti amo
Ti amo,
ma non con il cuore
peché un giorno cesserà di battere
ma con l'anima
perché vivrà in eterno.
©Emy Coratti

L'eternità -lettera a mia madre-

Ciao mamma,
così come allora apro gli occhi e ti saluto.
Caduta per caso a questo Mondo, mi guardo attorno e cerco di capire e di imparare. Non è facile, probabilmente lo sai meglio di me.
E' arrivato il tempo di aprire quella finestra e di sbirciare fuori, per poi spiegare le ali e cominciare il tortuoso ma bellissimo volo della vita.
Così tanti volti, ci sono così tanti volti là fuori pronti ad ingannare, con la loro maschera in mano. Ed io mi spavento, lo sai che mi fan paura le masse. E questo cielo ne è pieno. Così, volo contro corrente, volo sfidando il gelido vento che soffia più che può.
Percorro il tragitto al contrario, mi piace guardare le cose da prospettive originali e diverse. Ma in tal modo, alle volte, mi lanciano del catrame sulle ali. Mi fermo un po' allora, mi fermo a riflettere. Penso, ed è la cosa che più mi piace fare. Non mi sento sola, mi sento solo fragile. Ma mi basta poco, pochissimo per riprendermi e ricominciare. Mi accontento di un sorriso, di una parola di conforto o di un semplice saluto sincero. Però, più di tutto desidero un tuo appoggio, la tua approvazione, per stabilire le coordinate di questo volo intrapreso quasi quattordici anni fa.
Apprezzo di te molte delle tue caratteristiche, ma sopratutto stimo la tua sincerità. Non indossi maschere, ti rimbocchi le maniche ed affronti a mani nude la vita. Ma la tua non è una lotta violenta, ne rumorosa. La tua è una meravigliosa e silenziosa opera d'arte che dipingi ogni giorno di più.
Ed io
sono qua,
con una penna senza inchiostro,
a scrivere le pagine della mia vita.
Ma imparerò, te lo prometto. Imparerò anch'io.
Così come allora, ricordati che vivrò in te per sempre. E' forse questa l'eternità.

Silenzi di parole.

a volte restano parole
dietro le labbra chiuse
forzano il cuore fino
a spingere lacrime
agli occhi per dire
quel che il cuore
vorrebbe gridare.

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