Scritto da © Manuela Verbasi - Lun, 21/03/2011 - 10:50
Cara Margherrrita, ti scrivo per un non ben specificato motivo, tanto per farlo, senza alcuna pretesa di risposta. Una riflessione, una reflex di quelle importanti che danno immagini davvero pregevoli pur non usando il grandangolo.
Da alcuni giorni, palleggio fra un mah, un boh e un ma va, il senso di vuoto come in discesa nell'ascensore (o in salita se parte a razzo), e ho un bisogno mai provato, di vedere il mio viso allo specchio del bagno, vedere se sono sempre io o se in un momento di distrazione, qualcun'altra s'è impossessata del mio corpo e non è nemmeno italiana. Vabbè che a volte le italiane parlano peggio delle straniere, ma dovrebbero riuscire a farsi comprendere. Cosa che a me sembra non sia nemmeno tanto difficile... ma non mi capiscono. Dico A e rispondono come avessi detto B. Eh, direte voi... sarà un caso, capita...
ne siete sicuri? Ho scritto "dico" ma penso a "scrivo". Scrivo male dunque, o se scrivo usando un doppio senso, chi legge s'incanala in un senso unico e su quello prosegue, io chiamo e lui non sente, avanti, avanti, avanti. Beh non è un metodo molto socialista questo (se la capisci bene, sennò non te la spiego).
Gli errori se li vedo li copro con paglia, guai a me se dirò ancora a qualcuno che ha scritto "vado ha casa" e non si scrive con l'acca, "ma vha ha fanchulo vha!", L'ultima volta che l'ho fatto, mi è stato risposto che sono stata bannata dal sito dove stavo appunto scrivendo e di guardare al senso piuttosto che agli errori...bannata per avere un mio sito, non per non saper scrivere o per comportamenti scorretti, bannata un mese, per avere un bellissimo sito e la libertà, come tutti, di scrivere dove voglio, e il senso l'avevo colto, nello stesso momento in cui vedevo l'errore a inizio testo, copiato dal web, nemmeno letto probabilmente per non aver visto popò d'errore alla quinta parola. O se esprimo un parere mi si chiude la bocca con un : "non ti salvo più la prossima volta". A me? Mi salvo da sola, mi sono sempre salvata da sola e senza prostrarmi mai. (però era una battuta... a volte non le colgo, a volte mi girano a mille e faccio un polverone, per questo non vedo la battuta e mi si rovescia lo stomaco).
Mi sto auto psicanalizzando, sbuccio i pensieri per vederci dentro, è un crocevia di blu e verdi, di viola. Con la forchetta li schiaccio e ne osservo il succo espandersi, l'uno a raggiungere l'altro.
Ho maturato una convinzione e sulla stessa dovrò lavorare. Non vanno tolte le illusioni ai bambini, quelli dai 45 in su sono i più sensibili, hanno una delicatezza e una fragilità che li rende vulnerabili. Vanno lasciate le illusioni, ai poeti non poeti, anche se ti chiedono se sono poeti, non si deve mai dire, beh, ma, sai anch'io scrivo, non sei e non sono un genio, siamo normali (oddio, io penso a me come parametro di normalità siamo già molto evasivi, o meglio: elastici, ma c'è sempre chi mi supera) lo fanno per fregarti non ci cascare, ti fanno credere di, ma è per... lo stesso agli scrittori non scrittori... Vogliono cascarci, adagiarsi nel cotone sapendo o sperando di no, che sia vero. E copiano da Hesse, da Lorca, o forse sono Lorca, ed Hesse che copiano. Tante persone buone, i troppo buoni, hanno matrimoni perfetti e fanno volantinaggio per convincere noi che non è un'utopia la loro, o hanno matrimoni falliti, ma un dubbio sulla loro perfezione l'avranno? no, è sempre l'altro che non li capisce. Io la pecora nera, la manu cattiva che fa paura ai bambini, accerchiata da sante e santoni a pontificare (no non la redazione, quella chissà dov'è finita), a dire quanto sono puri, e rosei nel loro confetto, aggrappati agli specchi e lo sanno (ma non lo vogliono sentire). Che in questa miserabile vita casa lavoro famiglia, a ciclo continuo, se c'è un fiore bianco che si nota per candore o per narcisismo (il fiore bianco non è mai bianco bianco ed è sempre un po' stronzo, non è per offendere ma ho notato, sarà che il bianco sta con tutto), lo si deve lasciare alla sua convinzione, perché tolta anche l'illusione ultima, questo si colora e non si trova più, non noi a trovar lui, ma lui a trovar se stesso.
Sono al 90% donne, fatalità. ma il 10% che manca e sono uomini, pareggia in stronzeria.
prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
Prova microfono! Prova microfono!
Oggi giornata mondiale della poesia. Magari a qualcuno fa piacere saperlo.
Un bacio, Manuela
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