Che è, napulitane? | eredi segreti di Mario Merola | baluba | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Che è, napulitane?

- Se sono qui, è per denunciare qualcuno. O vuole che sia qui per niente?
Il carabiniere, con un occhio al telefono ancora di quelli neri, un occhio allo schermo del computer, di quelli neri ancora, un occhio alla porta che portava agli uffici, crema,  un occhio al portone semiaperto, marrone scuro, un occhio all’immagine che la telecamera, fissa sull’esterno: marciapiede e strada, mandava ad un secondo monitor, guardò quell’uomo con l’occhio che gli rimaneva.
-Libero avete detto, e poi?
- Libero, ho detto soltanto Libero.
- Libero di nome o di cognome?
- Libero, Strazzacapa Libero.
- Beh, chi volete denunziare, per cosa?
- Voglio denunciare l’Amore.
-Così, e perché?
- Bah, per simulazione.
- Simulazione, si fa presto a dire, che simulazione? E’ stato commesso un reato?
- Si, reato continuato.
- Dite, fornitemi prima un documento per l’identificazione.
Libero Strazzacapa trasse dalla tasca posteriore dei pantaloni un documento tutto spiegazzato e glielo porse dalla feritoia in basso del vetro divisorio. “Lo voglio denunciare."
- Fatti e circostanze, luogo, data, ora e nome, se lo, la conoscete.
- Certo, dunque. Non so se vi è noto come nome: un certo Parmenide.
- Nome o cognome?
- Parmenide, di  Velia.
- La d, maiuscola?
- Si, si.
- Beh, cos’avrebbe detto o fatto questo Di Velia, e dove sta, dove risiede?
- Ah, questo non lo so.
-Allora denuncia contro ignoti.
- Posso venire al fatto?
-Si.
-Allora, questo qua dice in giro che sono un cornuto.
- Calunnia allora.
-Non lo so, dice che mia moglie, quando ha detto si per sempre, all’altare, lo ha detto pensando ad un’idea che s’era fatta di me. Non me insomma, ma un ideale di me. Che poi, visto che s’era illusa…
- Avete le prove?
-Di che?
-Che vi tradisce, che si fotte con un altro, intanto?
-No.
- Allora come faccio a procedere? Qua stracciamo tutto.
-Lo dice anche di voi appuntato, dice le stesse cose.
-A mia? A mia che la fotto tutti i giorni?
-Eh.
L’occhio normanno, a quel punto, si rigò di vermiglio.
-E quando, quando Immacolata mia…?
-Da un momento all’altro, appuntà.
- Già mi stava sulla minchia stu Di Velia…che è, napulitane?
 
 
 

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