Al rintocco delle campane, i misteri di Venezia | [catpath] | Manuela Verbasi | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Al rintocco delle campane, i misteri di Venezia

 Molte sono le leggende che ancora oggi si narrano su Venezia, la città che ha incantato scrittori e artisti di tutti i tempi e che più di ogni altra, avvolta in un manto di nebbia che copre tutta la laguna, si presta a occultarne i misteri. Ad esempio, c’è forse qualcuno che trema ancora la sera, a mezzanotte, quando il campanile di San Marco batte
i suoi dodici  rintocchi: la qual cosa, potrebbe anche rientrare nella normalità, se non
 dovesse capitare d’imbattersi in un individuo dal passo barcollante, che si aggira nei pressi di corte Bressana, a San Giovanni e Paolo, mendicando denaro. Questo essere, se tale si può definire un fantasma, sta solo cercando soldi per poter riacquistare se stesso: si racconta, difatti, che in vita fosse uno degli ultimi campanari di San Marco e che  la sua statura spiccasse a tal punto da attirare l’attenzione del direttore di un istituto scientifico. Quest’ultimo, difatti, infervorato dalle sue ricerche d’anatomia, propose all’uomo un’ingente somma di denaro in cambio del suo scheletro, che gli avrebbe restituito a morte avvenuta. Naturalmente il campanaro, di fronte a una tale somma di denaro, accettò, ma la notte stessa la morte lo colse, per un eccesso nel bere. Chi non credesse a tali strani racconti, potrebbe recarsi al Museo di storia naturale, dove troverebbe lo scheletro, ancora in bella mostra nella sua teca. 
 
Delle tante leggende che avvolgono la città, vi sono quelle che riguardano il pittore Tintoretto, la cui figlia sarebbe stata presa di mira da una strega, o l’architetto Baldassar Longhena, che verso la metà del XVII secolo avrebbe edificato il tempio alla Madonna della Salute, il cui  progetto era ispirato alla cabala; altre ancora raccontano di amori felici, come quella di un giovane pescatore in procinto di sposarsi, che, accerchiato dalle splendide sirene che volevano rubargli l’anima, seppe resistere ad ogni tentazione, al punto da stupire le sirene stesse, che, meravigliate, gli resero, come dono per la futura sposa, trine di schiuma di mare, da cui la bella amata realizzò il merletto buranello, prezioso vanto dell’intera isola di Burano.
 
 
da http://www.culturaitalia.it/
 

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