Scritto da © alvanicchio_Gir... - Mar, 07/01/2014 - 11:38
Scorsi
possente nume,
dal crin disciolto
su fiori di merletto,
nell'altrui sposa;
tanto cara, a colui
che il talamo
dal crin disciolto
su fiori di merletto,
nell'altrui sposa;
tanto cara, a colui
che il talamo
anela.
M'incantai,
e dagli incipienti versi
agli aurei riflessi
dello speglio,
il nume
mordea il labbro,
ed impaziente
arrossava in viso,
sulle felici note
degli agitati spiriti,
dai languidi sguardi
delle insonni matrone.
e dagli incipienti versi
agli aurei riflessi
dello speglio,
il nume
mordea il labbro,
ed impaziente
arrossava in viso,
sulle felici note
degli agitati spiriti,
dai languidi sguardi
delle insonni matrone.
Scalpitavano auguri,
nell'ascoltar auspici
che l'amor aduna,
nel disputar vanto
di sì bella natura,
in purpurea pelle
su delicato oro.
nell'ascoltar auspici
che l'amor aduna,
nel disputar vanto
di sì bella natura,
in purpurea pelle
su delicato oro.
Inquiete voci
si scagliavano
ad agitar bastone
sul fiero viso,
ad agitar bastone
sul fiero viso,
vibravan pugni in riso,
cingendo il fior
d'accaniti baci.
cingendo il fior
d'accaniti baci.
Impicciosi parlati,
non sapean
qual pascolo, degna
e sublima il cor,
che al volgo curva,
ciò che all'oracol
sfugge.
Ohh sposa.
non sapean
qual pascolo, degna
e sublima il cor,
che al volgo curva,
ciò che all'oracol
sfugge.
Ohh sposa.
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- Blog di alvanicchio_Girolamo Savonarola
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