Scritto da © amun - Gio, 23/01/2014 - 13:21
Autunno delle stagioni. Obbediente vento fatale. Cade la foglia. Occhi chiusi, mozzo il fiato. Stringe fra i denti l’ultimo raggio di sole. Malincuore!
-Questa foglia non ha ancora pronte le valigie- rileva buono il fato, -devo,perciò, ordirle un’appendice-.
Corre subito dal verbo marcire e gli chiede di aspettare. Poi cerca un uomo che conosca le lacrime e lo fa passare.
E così, la foglia si ferma sulla spalla del passante.
-Apri pure gli occhi, non sei ancora a terra!-
La foglia si rende conto e poi ..
-Grazie,tu m’hai salvata!-
-Ecchilosà,foglia mia, eppoi, salvata da cosa?-
-Dalla morte!-
-Dalla morte? Mi investi di un potere che non ho. La morte si può solo incipriarla-
-E come?-
Il passante le declama un pezzo di Rimbaud:
-Già l’autunno! Ma perchè rimpiangere un eterno sole, se siamo impegnati alla ricerca della chiarezza divina, lontano da chi muore sulle stagioni-
-Bella cipria, belle parole!-
-Lo so, prendere o lasciare!-
-Le prendo ma tu lasciami cadere!-
Gli ultimi decimetri li fece ad occhi aperti. Terra!
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