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Anonimo italiano (sec. XIV)

Ritrovata presso una celebre biblioteca parigina, quella dell'Arsenal, questa lauda trecentesca d'area tosco-umbra è una poesia d'amore, detta dai fedeli accovacciati intorno al presepe a quel piccolo Bambino, che ha preso ad allattarsi alla "dolcista puppa" della Vergine Madre
G. Davico Bonino
 
Lauda del Bambin Gesù
 
Per lo vostro gran valore, Vergine Maria,
ci hai fatto un bambino ch'è la vita mia.
 
Un dolce bambino voi ci avete fatto,
grand'e piccolino da tenerlo in braccio;
baciando e abbracciando n'averem sollazzo:
non voglio altra gioia, nessuna che sia.
 
Vergine Maria, chìnal nel presepio
quel dolce bambino: goderem con esso;
chi nol sa pigliare stringase al petto,
che non possa cessare la dolcezza sua.
 
Del vostro bambino affannati siamo
e colli nostri cuori lo desideriamo;
accàttaci grazia che noi lo contempliamo
e tegnamoci sempre in sua balìa.
 
Quel dolce bambino gambetta in del fieno,
colle braccia scoperto, non lassa per gelo;
la madre lo ricopre con gran desiderio,
mettendoli la puppa nella sua bocchina.
 
O vera umanitade, come se' aggrandita,
colla divinitade tu se' unita;
la Vergine Maria ne prende letizia
e a noi peccatori ne fa cortesia.
 
 
(N. Sapegno - "Poeti minori del Trecento")
("Poesie d'amore per un anno" - Ed. Einaudi)
 

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