Scritto da © Antonino R. Giuffrè - Sab, 06/09/2014 - 10:14
Cosa avrei dovuto perché tu m’amassi?
Ogni cosa. O forse niente. Eppure come
bacia i teneri boccioli il sole e la notte
della rugiada che di nuova linfa bagnerà
le viti si fa tutrice nel cuore nero di Milazzo
senza chiedere null’altro che un pànico
silenzio - una commozione, tu (agile
gazza che per frutteti e vigne va e viene
e mai lascia segno), se a me avessi tenuto
a me non avresti chiesto che la luce chiara
degli occhi, quando ti guardavano dal buio.
Questa crudeltà che mi urge dentro fino a
morirne, ch’io da te mai sarei stato amato,
tanto più è vera quanto meno mi fa credere
in un amore che possa fiorirmi sulle labbra.
Ogni cosa. O forse niente. Eppure come
bacia i teneri boccioli il sole e la notte
della rugiada che di nuova linfa bagnerà
le viti si fa tutrice nel cuore nero di Milazzo
senza chiedere null’altro che un pànico
silenzio - una commozione, tu (agile
gazza che per frutteti e vigne va e viene
e mai lascia segno), se a me avessi tenuto
a me non avresti chiesto che la luce chiara
degli occhi, quando ti guardavano dal buio.
Questa crudeltà che mi urge dentro fino a
morirne, ch’io da te mai sarei stato amato,
tanto più è vera quanto meno mi fa credere
in un amore che possa fiorirmi sulle labbra.
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