Ricordo di Totò - La vera storia di "Malafemmina" | Recensioni | Antonio Cristoforo Rendola | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Ricordo di Totò - La vera storia di "Malafemmina"

Toò con Diana Rogliani.jpg
Don Saverio Palluotto, ex bidello del Liceo Umberto di Napoli ci parla di Totò
(di lato una foto di Totò con Diana Rogliani)
 
 
 
 “Malafemmina”
 
“Si avisse fatto a ‘n ato
chelle c’hè fatto a me,
‘st ato t’avesse accise,
‘o vuo’ sape’ ‘o pecchè.
Pecché ‘ncopp’’a ‘sta terra
femmene comme a te,
nun ci hanna sta pe’ ‘n ommo
onesto comme a me.
 
Femmena…tu sì ‘na malafemmena…”
 
Bella! Ma pensate un poco, ‘sta canzone venne criicatissima perché in essa si ripeteva più volte la parola “femmena”. I critici di allora dovevano sentì “Vamos a la Playa”, chi sa che avessero ditto?.
Comunque, tornando a Totò, per anni si è pensato che La sua “Malafemmina” l’avesse scrivuta…scrivuta? Si è participio basato. L’avesse scrivuta per Silvana Pampanini, maggiorissima fisica degli anni ’50 per la quale aveva perso le cervelle. E questo lo si è creduto fino a quando non è stata trovata una copia del testo presso la SIAE con la dedica: “a Diana”.
Don Antonio conobba (è femminile) Diana Rogliani nel 1931. Era bona, curvosa, poco poco più alta di lui, aveva 16 anni e si trovava a Firenze ospite di certi parenti. ‘Na bella sera si reca a teatro a vedere Totò e, dopo lo spettacolo, si presenta in camerino. Ma mo che vi siete immaginati? State pensando:- Va trova che hanno fatto nel camerino…- Che aggià fa'? Pozzo parlà? O si no lassamme sta.  Niente! La ragazza si fecia dara solo un “autofrago”. Cert’è che, “atuografo” a parte, si innamorarono e nel 1932 si sposarono. Nel ’34 ebbero una figlia: Liliana, ma, mannaggia la colonna infame, il matrimonio “naugrafò!” Neh, ma comme so’ difficili ‘sti parole! Autografo, Naufragò…Guè! Aggio ditto giusto! Solo per amore della figlia i due,in seguito, si riacciapi… riappapici….fecero pace! Ma la Rogliani non filò dritta, filò storta, molto storta, tanto che Totò le scrisse “Malafemmena”.
 
"...Tu sì 'na mala femmena,
chist'uocchie he fatte chiagnere
laceme in quantità..."
 
Nel prossimo Ricordo di Totò vi parlerò del tragico amore con la Liliana Castagnola.
 

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