Scritto da © Manuela Verbasi - Dom, 27/06/2010 - 13:32
Controluce, la figura sbiancava, in attesa di sentenza.
Il tepore di giugno a fasci di girasoli sul collo.
Croccava il cuore allo stare vicini, cantava.
Il tepore di giugno a fasci di girasoli sul collo.
Croccava il cuore allo stare vicini, cantava.
Fra giunchi sfiorava il viso l’usura, l’urlo.
La dannazione, l'amplesso.
Mandato di cattura color della giada,
non sai quanto ti amo di temporali e di quiete.
Materia che si compone, di linee rette ora intersecate,
incontri nei verde bottiglia.
Noi all'inferno.
Quel guizzo complice che i tuoi occhi sanno.
Null’altro che non sia.
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