Scritto da © Eleonora Callegari - Ven, 04/03/2016 - 22:28
Il corteo dei suoi venti
scatena tra i palazzi
ride con strepiti ai balconi
cavalca storni Pegasi
scaglia piogge di strali
sui nidi inermi
poi scuce il drappo della notte
e allarga la bocca al sole
che fiata i primi fiori
allora dalle braccia roride
cadono perle
che disfano l'umido cuore
in bottoni sulle acquaiole
dell'asfalto
e mentre sgola l'argento
il merlo canto
da un refolo di tenerezza colto
con ala di rondine
carezza le implumi gemme
che a lungo ha covato
il ligneo padre.
Non disdegna l'acquerello
nei rosa e gialli
e l'azzurre pannocchie dei giacinti.
Tutto è vita
nel suo cerchio
tutto rinasce a pelle nuova
ma, teso tra il monte innevato
e la pianura fiorata
Marzo il folle
con impeto di nostalgico ghiaccio
sorprende i mandorli
con camicie di vetro
e culle di neve per meli in boccio.
Domani tornerà, il piede tiepido
a sfiorar le viole.
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