Scritto da © Eleonora Callegari - Sab, 16/01/2016 - 22:22
Giacevano, rossi sbiaditi
tristi occhieggianti
infossati nel bianco
del volto ceramico.
Egli giunse dolce mago
come pioggia nivea
e la mano generosa
scosse la malinconia.
Si gonfiò tronfia la crema
e chiamò il compagno grasso.
Timidi abitanti di Savoia
si tuffarono nello scuro lago
emersero grondanti d'aroma:
talamo invitante
per lei spumosa.
Piovve sugli strati
polvere di terre lontane.
Così vestito di cacao
superba visione, mi tentò
estasiai le mie papille
senza esitazione.
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