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autoritratto

autoritratto.jpg
è un ragazzo corpulento
con una maglietta grigia
consunta di ribellione
e spreca la sua perfetta
matematica della felicità
col talento del saltimbanco,
spreca tutte le cose belle
che gli vengono a tiro…
la bellezza non è il senso,
pensa,
il senso sfugge, sfugge
adesso, adesso.
è un uomo sprecato,
qualcuno direbbe,
ma lui si limita a dire
che sfruttare l'intelligenza è
il vero spreco
davanti a questa morte
che divora.
 
ora legge una mail
di un tizio che ha
conosciuto in ospedale
"... scivolare nel baratro
non è facile, sono facili
i consigli, è facile la faccia
di chi suggerisce buone parole.
dobbiamo farcela da noi.
sia io che te non abbiamo
altro che la volontà..."
dice la parte finale.
è un tipo in gamba,
Ninni lo Smilzo,
l'ha capito da come
indietreggiava nel delirio,
non lasciava accopparsi
da quelle paranoiche idee,
le combatteva,
"sai cosa ho pensato?"
era solito dirgli.
 
ma una mattina di
involuzioni psicologiche
ha bisogno della CURA,
così lui prende una Tennent's super
dal frigo, la osserva,
disegna con le mani
il suo profilo lucente,
poi col cavatappi
fa saltare il metallico
intralcio tra lui e la rilassatezza.
 
la birra è vita continua,
sangue miracoloso
nello stanco venerdì.
 
lui ha talento per le cose
manichee,
ama scindere sé dal resto
e scrive folli e inaccettabili
poesie, lontane da qualunque
stile letterario, impossibilitate
ad essere accettate da un editore.
non tenterà mai la pubblicazione,
il suo riserbo verso le cose del mondo
gli impedisce qualunque
sovraesposizione meditata.
 
e mentre il suo cane
gli passa a fianco,
lui gli osserva le
grosse palle marroni,
un miracolo di palle,
suggerisce il suo cervello,
ci vogliono palle roventi
in questo mondo
di lotta imperitura.
e molte donne hanno
più palle degli uomini,
e molti uomini
hanno solo un testicolo,
e alcuni uomini sono
secchi come una nocciolina
andata a male.
 
questi pensieri non sono
il massimo della nobiltà,
riflette lui,
e la poesia esige fuoco,
ricercata dannazione,
dannata ricercatezza.
 
(il boato di un'ambulanza
gli ricorda la vita)
 
ora mette in funzione
un'affilata polaroid carveriana:
i capelli hanno una forma ribelle,
la barba, lunga di due settimane,
giace tra il naso ed il collo,
le unghie dei piedi sono lunghe,
quelle delle mani smozzicate,
nel cervello gambe di donna
disegnano il miraggio della libertà
ancora e ancora e ancora.
 
questa è la lezione del giorno:
non far odorare il sangue
allo squalo arrabbiato.
 
mentre il venerdì
uguale a tutti i venerdì
propina promesse
e sogni
e bugie.
 
 
22/10/2016

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