Scritto da © ferdinandocelinio - Lun, 30/01/2017 - 00:02
Morte, come ti vedo azzurra
negli intonaci crollare,
e la mia bocca che abbozza un canto
mentre Gennaio permette,
tornando sempre, sempre ritornando,
lacrime,
la fine di tutto.
non è un'Apocalisse questo
andare avanti regredendo?
e nel futuro
trovare
l'assenza del bambino in punizione
e nella resa
il pianto trasformare
in quell'intonaco, azzurro, il mio tormento.
Morte, quel tuo bianco orrore
nei miei occhi
è come il vuoto dell'asilo
quando astratto camminavo
nei misteri di pongo,
e oltre il mio pensiero
l'inferriata sanciva
dello spazio
i tabù e le foglie verdi.
vorrei macchiarmi i pantaloni con del vino,
riscrivere la storia dall'inizio,
ma tutto sta finendo,
finisce tutto, sempre, adesso.
e allora sia la quiete,
il riso dall'elettroshock procurato,
in quello spernacchiare dei bambini
che non hanno
sogni.
negli intonaci crollare,
e la mia bocca che abbozza un canto
mentre Gennaio permette,
tornando sempre, sempre ritornando,
lacrime,
la fine di tutto.
non è un'Apocalisse questo
andare avanti regredendo?
e nel futuro
trovare
l'assenza del bambino in punizione
e nella resa
il pianto trasformare
in quell'intonaco, azzurro, il mio tormento.
Morte, quel tuo bianco orrore
nei miei occhi
è come il vuoto dell'asilo
quando astratto camminavo
nei misteri di pongo,
e oltre il mio pensiero
l'inferriata sanciva
dello spazio
i tabù e le foglie verdi.
vorrei macchiarmi i pantaloni con del vino,
riscrivere la storia dall'inizio,
ma tutto sta finendo,
finisce tutto, sempre, adesso.
e allora sia la quiete,
il riso dall'elettroshock procurato,
in quello spernacchiare dei bambini
che non hanno
sogni.
»
- Blog di ferdinandocelinio
- 894 letture