Scritto da © ferdinandocelinio - Mer, 21/02/2018 - 19:38
Febbraio 2018 venuto qui per capriccio del Tempo
ora la comunità puzza di limone
e una ragazza mezza tarda mi viene dietro come una sanguisuga
e io la bacio, come baciassi una bambola di porcellana
senza amore, con forze residue e sentimenti ottusi.
Sono vivo e il serenase mi scende per la gola come un avvertimento,
-marcirai- mi dice, ma io non ci bado, fantastica testa di cazzo, io.
E poi ci sono i maya, l'impero del sole, i selvaggi di tutte le epoche
e cani bastardi con la faccia da uomini.
Febbraio è monotono come un apriscatole o una danzatrice moderna
e io sono molto triste adesso, così triste da non piangere,
ricordi di Londra Parig Barcellona Atene m'inseguono,
ricordi d'Amandine e Jessica, tutto finito tutto morto,
l'ebrezza le feste andate, seguo me stesso in quest'altro capitolo
sto scrivendo Medea e io sono Medea e io sono i suoi figli.
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