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I ricchi

I ricchi usano il sole
come pallina da golf
e hanno mani di piatta e fragrante inutilità,
si guardano allo specchio
con menefreghismo saccente
e non hanno occhi che per i loro piedi,
non conoscono
la milza e i reni e il fegato di nessuno,
la pancia molliccia che gli straborda tutta dai pantaloni,
un kashmir di pelo che fuoriesce appena dalla polo verde
e occhi senza lacrime col privilegio arcangelico di essere un ricco.
Soffro di pregiudizievole indulgenza,
io, verso i ricchi,
oh che tonto Ferdinando!,
non bisognerebbe mai moraleggiare sulle cose del mondo,
ma essere pieghevoli, sformati.
È che patisco molto il neon
quando la notte non è cristallina
e mi piscio addosso quando leggo
Signori dietro la porta di un gabinetto,
sono un vero cazzone, non credete?,
ma sono gentile con tutti,
anche se mangio blatte 
sulla mia sedia
sepolcrale.

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