Scritto da © ferdinandocelinio - Sab, 03/12/2016 - 05:26
la mia faccia è celebrativa,
salubre come un incendio radiocomandato
eppure anche malata.
la mia faccia è stanca come le mura di Roma,
coltivata in una strettoia di vomiti
e di sogni di cristallo;
Pietà! gridano le iridi, Pietà!
c'è un silenzio spaventoso dentro me,
lì, sulla mia herpes preferita,
e sulla peluria dei nei,
sulle bave da medicinali,
sane e malate come un pittore d'inizio secolo.
silenzio! gridano essi,
non temere il silenzio!
tu che col silenzio crei
voci refrattarie e sogni imbrillantinati,
piega giù la faccia verso lo zen,
intingila nel vomito,
fa di esso il tuo cerone
e la tua maschera perfetta,
siedi nel miracolo osceno di nessun grido.
io capisco solo la morte
e guardo la mia faccia malata
distendersi nell'obliquità di una risata carnevalesca.
questo non è bello,
le facce dei poeti sono così serie, perdio!
ma io sono solo l'immondizia di Dio,
lo scarico del cielo
che finisce negli acquitrini dell'Inferno.
io non conosco la bellezza.
e la mia faccia è bianca e strana
come la carta igienica degli autogrill.
non amarla. non amare le sue sconcezze.
salubre come un incendio radiocomandato
eppure anche malata.
la mia faccia è stanca come le mura di Roma,
coltivata in una strettoia di vomiti
e di sogni di cristallo;
Pietà! gridano le iridi, Pietà!
c'è un silenzio spaventoso dentro me,
lì, sulla mia herpes preferita,
e sulla peluria dei nei,
sulle bave da medicinali,
sane e malate come un pittore d'inizio secolo.
silenzio! gridano essi,
non temere il silenzio!
tu che col silenzio crei
voci refrattarie e sogni imbrillantinati,
piega giù la faccia verso lo zen,
intingila nel vomito,
fa di esso il tuo cerone
e la tua maschera perfetta,
siedi nel miracolo osceno di nessun grido.
io capisco solo la morte
e guardo la mia faccia malata
distendersi nell'obliquità di una risata carnevalesca.
questo non è bello,
le facce dei poeti sono così serie, perdio!
ma io sono solo l'immondizia di Dio,
lo scarico del cielo
che finisce negli acquitrini dell'Inferno.
io non conosco la bellezza.
e la mia faccia è bianca e strana
come la carta igienica degli autogrill.
non amarla. non amare le sue sconcezze.
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