Scritto da © ferdinandocelinio - Gio, 29/08/2019 - 22:15
da quando la tua anima
ha raggiunto mete incorporee e definitive,
vi è nel mio indefinito vagare
una velatura di nero.
essa mi incolla addosso come un mastice antico
la tua presenza nel ricordo,
quanto mai presenza
che tutto lega e tutto disfa,
nella speranza
di un altrove, che dia l'origine e la fine
all'incespicare del passo.
perché Tu,
hai saziato, per minuti, per ore e per giorni
questo mio acerbo cuore
che scegliendosi appena gentile e generoso
con gli altri, s'e tramutato
come fosse uno stregone medioevale,
dai capelli lunghi e dagli occhi neri e furiosi
di fuoco denso di misticismo,
in una piuma he ha paura di cadere.
la tua assenza mi è stata assai gravosa
e oggi cerco, nel ripostiglio del cuore,
un varco dove la nostra luce confluisca.
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