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notte insonne

notte insonne.jpg
ho cercato di scrivere qualche poesia,
stanotte, ma ho fallito,
perché la testa mi pulsava
e avevo vomitato le 7 birre 
che avevo bevuto la sera,
così ho messo su l'audiolibro di Donne
e mi sono fermato ad ascoltarlo;
la nottata era stranamente tranquilla,
poco prima di vomitare, alle 2,
avevo ricevuto una chiamata nel telefonino
"sei morto?" diceva la voce
"non ancora" ho risposto.
era Marzia, che aveva trovato uno spazio
per chiamarmi nella serata erasmus al Retro,
giù in città.
gli staranno attaccati al culo, ho pensato,
ma poi ho desistito dal pensiero.
non potevo farci nulla.
mi aveva detto anche di aver lasciato
una bottiglia di bourbon sotto l'albero di cachi, 
nel giardino. così sono sceso, ho preso
la bottiglia e mi sono sdraiato sul divano.
ho pensato a me, rigido sul letto, 
alla fine dei miei giorni,
senza nessuno accanto a piangermi.
l'idea della morte mi visitava, sporadicamente,
quando stavo troppo bene o troppo male,
ci pensavo sin da bambino,
pensavo che sarei morto prima dei vent'anni.
ma mi sbagliavo.
"ero un lupo solitario di natura.
mi bastava vivere con una donna.
mangiare con lei, dormire con lei,
andare in giro con lei..."
diceva la voce al computer.
sono andato a spegnerlo,
madido di una tristezza stantia.
le risorse cerebrali dei miei coetanei
sono limitate, ho pensato.
non era vero. non era vero sempre.
poi mi è venuto duro,
ho pensato a Marzia in camicia da notte
e mi è venuto duro.
era bella Marzia quando non parlava troppo,
sembrava sapere quello che io cercavo,
sembrava nasconderlo negli occhi.
ma questo non capitava molto spesso.
ho aspettato che il coso si ammosciasse,
ingombrante dentro le mutande,
era il cervello dell'uomo.
poi ho acceso una sigaretta
e mi sono messo al computer.
ho scritto questo,
che non è un granché,
ma con questo mal di testa va più che bene,
tutto quello che potevo dare, stanotte.
 

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