Scritto da © ferdinandocelinio - Mer, 06/03/2019 - 00:22
In quel momento la vita
poteva essere una zattera, la portiera di un metrò.
Era il nostro starcene pensosi sul bagnasciuga, la notte, il segreto.
Il nostro tirare tardi con sistemi connettivi
grondanti dolo. Tutte le canne.
O la sambuca con la mosca di caffè sul fondo del bicchiere.
E poi quell’estate eterna, che con l’afa potevi stringerci un patto, volendolo,
e tutto il resto era come un anticipo di morte,
che ti prendeva la gola alle volte, salendo su, casualmente.
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