Relazioni | Poesia | ferdinandocelinio | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • Gloria Fiorani
  • Antonio Spagnuolo
  • Gianluca Ceccato
  • Mariagrazia
  • Domenico Puleo

Relazioni

Volevamo conquistare
anche solo un frammento di spazio,
una sola, minima inclinazione della carne,
l’ingenuità del foglio
imbevuto nell’inchiostro.
Oggi chi siamo, io e te, caro Nino,
col nostro stolto disquisire sulla vacuità del tutto,
con la speranza di farcela,
la triste e stupida speranza di scrivere un romanzo?
Io e te, caro,
siamo due facce della stessa malattia,
io così inabile alla vita, un parvenue della praticità,
e tu, oh amico poeta, così pieno nella tua vasta conoscenza,
eppure così vuoto, come me,
di questa vita  che ci ride astiosa.
 
 
*
 
 
 
Fratello, sentivo una giostra di umori
inzuppare di sale le mie ferite più benedette
e tu dietro di me t’appiattivi,
diventavi piccolo e infelice.
Cosa vuoi da questa festa che inganna?
Forse non vedere morire papà?
E io che ti sputo di sopra mi sento come morire.
Questa malattia, come la croce di Gesù,
è più triste di una risata che la mamma fa
quando va a lavoro.
 
 
*
 
 
C’è un assurdo nel dolore del mondo
che si chiama sorriso.
Una periferica leggiadra.
Un sogno d’abulia.
Cosa c’è di meglio in quest’incauto
Infilzarsi delle lame sottopelle,
se non di una cosa grassa,
la sapida sguaiataggine delle cose dei bambini.
Io pretendo una svista a questo calvario,
un’ipocrisia che dimentica la morte.
È la mia follia che chiama.
Sono io l’interlocutore.

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 1 utente e 6831 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • ferry