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sulla tristezza

deprimersi? cedere alla tristezza?
complicare lo spettacolo
con vaneggiamenti da esistenzialismo ontologico?
fare tutto col cervello
e privare ai sentimenti di sragionare stravolgendo la nenia
quindi ragionando analiticamente dire:
"questa non è una bella commedia!"
poi organizzare cose come
riunioni
pranzi
uno spazio al cimitero con vista sulla tomba di Keats
appuntamenti dal dentista
angosce da telebombardamento
poste
supermercati
suicidi
oppure infiacchire quella stessa tristezza
con chirurgiche anestetizzanti chimiche scorciatoie da ventunesimo secolo
no, non mi sembra una grande idea
meglio masticare frittelle di matematica
voglio dire, affidarsi all'ordine, essere ordinati
e quindi
giù, vite da ragionieri
con prati di perfetta tosatura
un chicas sul lato destro
una schiera di limoni sul sinistro
la bella auto da lucidare ogni domenica mattina
la moglie grassa con piccoli occhi di minuscola luce
tre o quattro bambini che vanno alla scuola elementare -
e il giorno del tuo suicidio diranno:
"mio padre era un uomo per bene!"-
e magari anche un cane, un pastore tedesco, no un labrador, meglio
che coi bambini va certamente più d'accordo
e l'arte? e il mistero delle cose che si rivela nell'arte?
tutta roba irrazionale quella
bene, l'arte è una cosa straniante
lasciamola ai relitti umani, l'arte
lasciamola ai nottambuli con le ginocchia sbucciate
cazzo devi fartene dell'arte
è merda, merda!
già mi vedo a 50 anni, 
seduto su una sediolina in un angolo di un piccolo appartamento,
coi pidocchi che mi mangiano la testa,
grandi occhiaie nere come un marchio sulla faccia,
una sigaretta ciancicata che mi penzola dal labbro,
le mani bianche e ossute che cucinano uova di galline d'allevamento in un pentolino,
tutta la casa piena di libri sistemati in varie librerie,
lasciato da una donna morta poi per orverdose,
nessun figlio, nessun amico,
i genitori morti, 
i fratelli a lavorare a Nanchino in una grande fabbrica di pneumatici,
io fermo lì, panzone di 50 anni,
a guardare un programma alla televisione
sull'accoppiamento dei conigli
tutte le cose finite
la vita finita
ma Dio, è proprio necessario deprimersi?
dobbiamo sempre implodere in questa quieta rassegnazione della ragione?
certo, la vita non sarà una fiaba di Hans Christian Andersen
ed è vero, un giorno moriremo
e moriranno i nostri cari
e c'è la guerra
e avremo mal di denti e costipazioni
e il cielo pioverà di nuovo
e ci saranno 
fallimenti
donne che ci lasciano
bollette da pagare
pipì
ma diamine! è così incredibile poter vivere la vita
buttare giù un piede dopo l'altro
ascoltare Mozart 
cedere alle tenui appassionate lusinghe dell'amore
e finché Mozart ci sarà
finché avremo ancora una piccola minuscola vita a pulsare nel cuore
deprimersi sarà un malinteso.
come la morte 
nella sua veste definitiva di carboni e tentennamenti
aspetta imperturbabile
lo scoccare dell'ora
così io scelgo
la vita
lontana da me eppure vicina a me
e le costellazioni del cielo.
 

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