I familiari del Cielo | Prosa e racconti | Giuseppina Iannello | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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I familiari del Cielo

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Iginia viene attratta a scuola una mattina, da un signore sulla copertina di un quaderno: è un poeta o, un pittore? Gli occhi bruni, profondi e l'intensità dei tratti, lo rendono affascinante; non fa domande... Sembra aver perso la parola... Ma, all'uscita da scuola, si propone di andare nel primo pomeriggio alla bottega e veder di persona, tutti i quaderni. Come si è ripromessa va: non c'è nessuno e momentaneamente, la proprietaria sembra impegnata. Su di un tavolinetto, a destra ci son disposti i quaderni, insieme alle matite. Iginia scorre i nomi, affascinata: e ora, il primo volto, le sta dicendo: “Ciao, mi presento: son Torquato Tasso, per le visioni fui creduto pazzo, ma non fui folle, nemmeno demente. Sappi, che ho scritto la Gerusalemme.” Tace, per dare spazio agli altri autori: comincia un altro: “Salve, sono Francesco di Petracco figlio, perciò mi chiamano Francesco Petrarca. So già, d'ora che senti la poesia dei miei versi: t'ho vista che guardavi sul retro quel laghetto tra le verzure e i salici piangenti; sappi che scrissi un'opera importante per coloro che stanno in ogni tempo fra terra e cielo e guardano sognanti; sono l'autore del Canzoniere.”
Attenta a tutto, e a tutti interessata, vorrebbe Iginia comprar tutti i quaderni... però, fra tutti, si contraddistingue, un giovane sognate, per la semplicità del suo vestiario: “Ciao, sono Leopardi e ti sono vicino, quanto il secondo: saprai che ho scritto: I Canti.” Attratta da quegli occhi e la spaziosa fronte, Iginia sceglie quello e sa che è il primo tra i più vicini, del Romanticismo.
 
Il Medioevo, invece, Iginia, lo sento sopratutto in merito al periodo di transizione che rappresenta.
Ogni qualvolta pensa a Leopardi, le succede di associare il suo volto a quello di un poeta del trecento. Ricorda quando in terza elementare, le apparve sul quaderno di una bambina di seconda, l'immagine sbiadita di un signore, avvolto, in una tunica bordeaux. Era pensoso ed affascinante. “Mancava l'insegnate, andai nella sua classe e a lei mi rivolgevo: me la daresti, la tua copertina, quando finisce il tuo quaderno a righe?” “Volentieri, il quaderno è già finito...” La staccò dolcemente, l'antica copertina, e me la diede; nel ringraziarla, dicevo mentalmente: “Ricorderò per sempre il tuo bel gesto.”
“Montpellier, Avignone... Pensavo: ne so, più ora forse, da bambina, di quanto ne saprò nell'età adulta: c'è un laghetto sul retro, dai magici riflessi e i salici piangenti sulla riva: non so perché... ma sento che il suo cuore, mi sta parlando...” Lo sguardo cade sul vecchio malato, del quale sente il fascino antico: le fa impressione, ma sa che le è amico: frequentemente si sofferma e pensa, sulla didascalia che più le piace: “E fu trovato, il capo reclino su vecchio manuale di latino.”
 
Iginia segue i propri impulsi: benché l'Ariosto sia stato il primo volto ad apparire su di una copertina, Iginia è attratta, emotivamente da altri poeti che, sul piano del pensiero individuale, appartengono al medesimo filone: Petrarca, Leopardi, Pascoli e Gozzano, sono i poeti a cui si sente più legata. Di Pascoli, il volto sulle copertine non si trova, ma Iginia sa di conoscerlo ugualmente. All'età prescolare risale: “Orfano”; la scuola le ha trasmesso: “Valentino”... Altre: le giungono per misteriose reminiscenze e per interesse personale... Al suono dolce delle ciaramelle, le giungeva dai monti poesia: Iginia si ricorda quel giorno: Graziella le diceva: “La maestra ce l'ha data, tra i compiti per casa; è molto belle; se ti piace, trascrivila.”
“Leggevo la poesia: mi piacque, e volentieri la trascrissi su un quaderno per impararla.
Qualche giorno dopo apprendevo, da padre Mariano, di un poeta, dal cuore fanciullo, andato in Cielo in età prematura. Da quel momento, sentii l'affinità tra Pascoli e Gozzano. La loro voce, la sentii da allora in ogni momento.”
 
* Dal mio libro: "Uno smeraldo tra l'azzurro". *

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Bel brano che impazza tra i grandi della poesia, facendone figure dalla spiccata familiarità,  intrinseca al senso estetico dell'autrice.
Molto apprezzato
un abbraccio ed un saluto caro
.......W.......
 

ritratto di Giuseppina Iannello
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Grazie di heart del bel commento, mi commuovo ogni volta crying.
 

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