Gli angoli di Saturno | Poesia | Pietro Roversi | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • Gloria Fiorani
  • Antonio Spagnuolo
  • Gianluca Ceccato
  • Mariagrazia
  • Domenico Puleo

Gli angoli di Saturno

Quello che importa non sono gli anelli
ma il dito che li porta,
gli angoli ovvero, e chi li
tocca, chi li fa partire,
il prurito dell'orbita,
chiamamoli così. Allora, numeriamoli, in ordine
crescente, senza tante lune o menate,
oriente, occidente e compagnia
cantante. Primo, la forza di chi
sin dall'inizio non può averla vinta,
l'ingenuità di chi si dà la spinta
per sopravvivere, per venire alla luce.
Secondo, il giorno che l'infanzia si inabissa,
il momento esatto che una di quelle
lune troppo piccole il sole lo eclissa
solo parzialmente. Terzo, quando il pianeta
ventunenne per la prima volta
si innamora del suo satellite, questo
tramonto all'incontrario, antiorario.
E quarto, il primo giro di boa,
multiplo di sé stesso, periplo del Capo
di Buona Speranza, ancora mezzo ignaro del fatto arcigno
che ogni tappa mancata è un limone asprigno
che resta inspremuto, e che nessuno a uno
gli dà aiuto, il cielo giammai chiaramente,
figuriamoci poi se si tratta
di un percorso senza sostituto. Dopo aver
considerato tutti i punti di vista,
a questo punto si decide per un cambiamento
d'opinione a 360 gradi, appunto. Pigra di
tali decisioni, la mano tenta di mostrare
schiacciando i polpastrelli quanto sia sottile
uno su infinito, ma la forza non le basta:
ma non è sorprendente, non ci si avvicina
mai per davvero alle opzioni del nulla,
visto che per la maggior parte tutto torna
in circolo (inclusa la massa). In tal senso, l'ambizione
è meglio che voli bassa. Quinto, ogni casa
si basa sulla cantina, le fondamenta
del bisogno di mettere radici, e anche questo
è sprofondare. Sesto, se scavi sotto un continente
trovi sempre il mare, da dove veniamo.
E poi, che ci si mostri la risposta al mistero dell'universo
o no, è quarantadue. Semplicissimo. Che non è zero,
e men che meno niente, ma qui mi ripeto.
 
Ecco, questi sono gli angoli di Saturno,
l'intero diario di bordo fin qui, men che mai
eterno, piuttosto riassunto energumeno,
aneddoto più che struttura, appunto
provvisorio più che creatura eterodossa.
Una fossa di piume e catrame, di lerciume e argento,
filigrane e letame. Da cui, perché no, potrebbe ancora
emergere con un fermento
il mio contributo al firmamento, o un vortice
attorno al gorgo mio individuale, come uno stronzo
giù per il cesso, non che questo
mi renda poi speciale, ma tant'è.
Detto quello che importa uno poi tace, epperché
dovrebbe essere altrimenti. Saremo contenti adesso.
 
[18042010]

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 2 utenti e 8831 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • Ardoval
  • abcorda