Scritto da © Grazia Denaro - Ven, 09/12/2016 - 16:48
Hai oltrepassato quella porta
e con noncuranza sei andato via.
Mutata è la scena: vulcani d'ombra decadente
nel buio pesto delle ore
che scorrono lente e silenti.
E' tutto più calmo, più tranquillo ora
ma il conto non torna,
pare la calma dopo la tempesta
ma non è il mio pane
e neppure il vino che ora degusto.
Ho viaggiato nella tua incongruenza
ora la mia,
nel tuo umore altalenante,
ho scavalcato grossi massi coperti di muschio
tendendo sempre a scivolare.
Ancora scevra d'equilibrio
per l'immorale castigo della tua presenza:
e - non ci sei -
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