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Vacui orrori

Oggi, curvando sul gomito più alto della strada, sulla destra si vedeva, sul corto rettilineo successivo, la casetta più elevata. Era inondata di sole e in mezzo a quel freddo tagliente sembrava qualcosa di bello. Così, mi è venuto di pensare: ecco qui sarebbe bello abitare. Una considerazione immediatamente abiurata dalla coscienza, la quale sentenzia severamente sull’oggi.
Abbiamo optato per un mondo non-bello, per una vita non-gratificante, in cui il subordine all’interesse rende lo stesso concetto di bello facoltativo  e, seppure concesso, decadente e mediocre. Di modo che l’espressione “è bello” non concerne più l’estetica, ma la mercede… In un mondo tesaurizzato, monetizzato, dollarizzato il bello necessariamente viene consostanziato al venale, introducendo una neo-antropologia in cui far convergere tutti i concetti di valore intorno alla stella polare dell’interesse, accecando e mutilando qualsiasi altro creaturale recettore. Così, se “il bello si determina come apparenza sensibile dell’idea” (Hegel), è meglio, oggidì, sostituire la parola “idea” con l’altra: denaro. Già, le masse accorrerebbero arcifelici all’“apparenza sensibile del denaro”…
La mutazione genetica che ci fa apparire bello un modo di vivere trafelato e mortificante, e bello la distruzione sistematica del nostro ambiente, bello lo sfruttamento insensato e rapace delle risorse del nostro pianeta, implica un adeguato modo di vivere, ove il “bello” è convertito in horror vacui. Un incubo da brancolare alla cieca, con braccia e mani  spalancate onde arpionare sempre più cose, sempre più effetti deprivati d’ogni qualunque causa. Perché la loro causale è oltre loro, sta nella rappresentazione del reddito e quindi del successo che esse effigiano. E siccome accade assai di rado che quelle mani aperte e concupiscenti aggraffino alcunché, la stragrande maggioranza di questo mondo non-bello vive nel risentimento e nella rassegnazione. Così, se in novanta fanno il pieno di rancore e di invidia, i restanti dieci fanno il pieno di tutto. Ma senza incanto, senza bellezza, senza felicità, tutte categorie aliene al non-bello, al non.spirito del moderno way-of-live. Anzi, direi che il peggio che possa accadere a chi si nutre di tali desideri, sia riuscire ad esaudirli, sciogliendosi appunto nella vacuità di quell’horror vacui che dicevamo. Attenti alla più atroce promessa del nostro sciagurato liberismo, perché se la mantiene, siete perduti.  

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