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Lettera all'umanità

 
Giornata mondiale della Memoria, 27 gennaio 2010
 
Lettera all’umanità
 
Oggi il passato sventola la sua bandiera, che non è vittoriosa, davanti ai nostri occhi per riapparire.
E io gli rispondo. Sessantacinque anni dopo, sento il dovere di scrivere qualcosa, non importa cosa e come, riguardo le numerose vittime dei campi di concentramento.  Il passato non è ambizioso questa volta si accontenta di rivivere un giorno l’anno. E’ in questo giorno che non mi impongo il silenzio come molti fanno, io mi impongo di parlare anzi di urlare contro la tragedia che è avvenuta meno di un secolo fa.
Prima di tutto tengo a precisare che non è solo la Giornata della Memoria per gli Ebrei, ma anche per tutti i nemici politici, gli omosessuali, i ROM e chiunque non rientrasse nella categoria “ariana”...uccisi. E non è solo per questo genocidio che fermiamo un solo giorno della nostra vita, ma anche per l’uccisione (meno conosciuta) degli Armeni , dei Curdi, degli Indiani d’America … e chi ne sa più ne metta.
Quello che però mi spaventa in particolare del movimento nazista, è la lucidità mentale con cui le persone uccidevano all’ordine del giorno. Con una tale naturalezza, semplicità, quasi con soddisfazione. E quel ghigno dipinto sui loro visi, quello mi fa imbestialire, come Hitler che non si è mai nemmeno sporcato le mani. Quello che pur di non arrendersi si suicida, che pur di non consegnarsi in mano agli avversari si toglie la vita. Ci pensate che la storia è stata dettata da uno psicopatico salito al potere? Si sono lasciati guidare da un matto che covava il folle piano di sterminare milioni, miliardi di persone. Lo hanno seguito, acclamato, appoggiato. Ma chi ha realmente creduto in quello che enunciava? E qui sorge un nuovo problema: la massa. “Meglio che annuisca e mi ritenga d’accordo se voglio vivere.” Combattere per i propri ideali, principi, vi dice niente? Lo so, bisogna avere coraggio. Ma è meglio morire per la Patria con la coscienza a posto o vivere in un Mondo dove quello in cui credi è abolito e ucciso?
Me lo sono chiesto molte volte, come diavolo han fatto a mettere in ginocchio uno stato, un continente, una popolazione e più? “Tempi duri quelli di guerra” si dice. Ma chi l’ha voluta la guerra eh? Chi è che prende in braccio il fucile e spara? Non di certo i pesci o le aquile che sovrastano il cielo. Noi. Noi. Oggi è una delle poche volte che mi vergogno di essere umana. Gli orrori son tanti. Troppi. Possibile che non impariamo?
Non facciamo tesoro delle esperienze? Non so contro chi puntare il dito, scusate, lo punto verso chiunque, anche contro me stessa che sono nata cinquantuno anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Chi è il vincitore delle nostre guerre? La madre che ha perso figli e marito? Il soldato con mille ferite e vite sulla coscienza più sporca di un maiale( poveri i maiali, esseri pacifici ma assai sporchi, è solo per dare l’idea)?
O forse è Hitler? Morto ancor prima di esser giustiziato? Oppure è la Madre Terra martoriata?
Ricordare per non sbagliare. Siate umani e concedete un minuto, un solo minuto in memoria dei caduti.
 
Caterina Manfrini
 

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