Giovanna D'Arco | Post comici, demenziali, ludicomaniacali | Marco valdo | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Giovanna D'Arco

Mettendo in controluce il suo corpo sottile, lui ne poteva vedere l’intreccio dei nervi tesi, quei nervi che mantenevano un ritmo sincopato sempre, scatti iperattivi, sesso sparso intorno, la meccanica del sesso.
Lei lo nascondeva nel rigore delle incombenze sfinite dalla precisione, rallentando prima di ogni orgasmo, con la cosa che teneva per le mani e che vibrava impercettibilmente.
 
L’obbedienza
 
Una disciplina per tenerla ferma alle cose, agli esseri, cose che si muovono e parlano; lo
sproposito mangiato o lo brucia il corpo o lo brucia il cervello, valanga di pensieri, ultimo sempre la morte, sé non ci fosse quel desiderio del dopo, della resistenza all’estremo. Il bisogno è quindi il movimento del corpo, il pensiero che esegue, la morte diventa la resa, il sonno che parla e gioca, il suo corpo diventa qualcosa che serve, il cervello un suo organo, che può far male, come fa male la milza, la mano.
 
L’equilibrio.
 
La certezza del risultato, il gradimento ottenuto, qualche volta estorto, il pensiero addomesticato, cullato su un foglio di simboli esatti, documento da esibire a conferma, lavoro; per arrotondare servirebbe un secondo impegno, un piccolo Dio dispotico e capriccioso da assecondare, che pensi all’amore come una malattia, che veda il mondo come qualcosa su cui allungare le mani. Si guarda allo specchio tirandosi gli occhi dalle tempie, piegando il capo verso la spalla e sorridendo con la bocca chiusa, si siederà sui talloni e attenderà il suo arrivo.
 
Il suo corpo sottile si scopre resistente, elastico, adatto e adattabile, la fortuna della sua vita, che la salva dal troppo dei pensieri, ma questo è solo il presente, il futuro conterrà giornate immobili, pensieri liberati e nessun bisogno. Per il momento soddisfa i capricci di un piccolo Dio e sorride senza mostrare i denti. 

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