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Il limite per un altrove gli era rimasto stampato in faccia, un sorriso da cartone animato, un semicerchio sdentato, rientrato rispetto al mento; anche sapendo il dolore e il disagio, non si riusciva a trattenere un sorriso divertito, come alla vista di qualcosa di buffo, che veniva subito smorzato dalla tristezza degli occhi. 
Aveva bruciato il suo destino nella rincorsa, manipolando le possibilità, raddoppiava ogni giorno la posta per arrivare a pari e non vinceva mai; il passivo rimaneva coperto e...
ma questo voi lo sapete già, lo avete visto da qualche altra parte, cosa ve lo racconto a fare, uso forse parole differenti, il quadro invece che rinascimentale e decadente o astratto, ma quel sorriso scemo, che non parla quasi più con il cervello esiste prima della parola, il cavernicolo che rincorrendo la preda sbatte i denti sul ramo, perché crede non esista limite e rimane ebete ad un “c'era, c'era, c'era”
tutto pensato, palesato a mugugni, che fanno ridere il resto del branco, un indice che punta è la prima parola a portata di mano...
Un cerchio di disgrazie, che raccontano bugie, non è solo il sorriso, ancora occhi scavati, e gambe magrissime e l'imbarazzo dei santoni, che non sanno in quale direzione puntare il piede, come incrociare le braccia; io nel frattempo mi sbrago, allargo le gambe e appoggio le braccia aperte alla spalliera della sedia, nella curiosità oziosa di vedere, di interpretare, sovrapporre...
Era il miglior cacciatore del branco, forte, veloce, flessibile, per guadagnare metri scansava l'ostacolo sempre un attimo dopo e i suoi capelli erano già in tutti i rami bassi, non conosceva il momento del suo declino, che era scritto su un grosso nodo di rovere, il dolore al ginocchio non era un vero dolore, neppure un fastidio, avesse saputo del ritardo lo avrebbe inquadrato, avrebbe non inquadrato il dato sul nodo della sua vita, che invece gli rimase impresso sul muso
“c'era, c'era, c'era”...
Adesso e tutto, le anime hanno recitato il loro ruolo, non hanno detto quello che dovevano dire, forse per non avere le parole, hanno detto quello che pensavano gli si volesse sentir dire, ma anche questo senza le parole adatte, infatti si sovrappone il sesso e la voglia di finire, esposizione, c'è ancora tempo per trovare una collocazione, un nuovo limite è stato spostato e il resoconto è tutto in un semicerchio sdentato.

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